Come autore e fine dicitore, Nino di Siro è assente
dalla natìa Serracapriola da anni. Anni lunghi, anni tanti.
Il prossimo 13 Agosto, con il patrocinio dell'Assessorato alla
Cultura e Spettacolo del Comune di Serracapriola, l'attore serrano
tornerà alla grande fra la sua gente. In Via d'Adamo, angolo
Largo Santa Maria, in uno spettacolo all'aperto, a libero ingresso,
egli reciterà Pirandello, Cechov, Shakespeare. Uno spettacolo
d'autore di prosa, a lungo coltivato nella mente e nel cuore da
un "vecchio" filodrammatico, sconosciuto ai più
per quella sua emigrazione forzata, ma vitale, in terra di Lombardia,
datata anni Sessanta. Lassù fra i "lumbard'"
fra lavoro, matrimonio ed i mille problemi del quotidiano, di
Siro ha avuto anche la capacità di "addottorarsi"
due volle.
La passione per il Teatro (e per la musica) ha per di Siro una"genesi"
tutta familiare, tutta serrana, inoculatagli direttamente dal
genitore Michele, anch'egli filodrammatico, con un suo
nome inciso nelle storie paesane dello spettacolo d'arte.
All'età di sei anni, di Siro sente parlare nella sua casa
di via Sant'Angelo di Amleto, Romeo e Giulietta, Tosca, Aida;
nomi di mostri sacri dell'arte gigante che lo incuriosiscono e
ben presto lo affascinano. lo catturano.
Appena undicenne assiste dodici volle all'edizione cinematografica
dell'Amleto, interpretato da Laurence Olivier, proiettato
più giorni al Teatro Palazzo. Con un biglietto di platea,
egli entrava nel locale all'apertura e ne usciva quando a notte
fonda il proprietario Raffaele Palazzo ne abbassava le
serrande. (Ci confida di avere imparato a memoria alcuni dialoghi
Shakespeariani proprio in quella circostanza).
Come fine dicitore l'approccio di Nino di Siro con la platea serrana
avviene a metà degli anni cinquanta. L'occasione gli è
data dalla festività ottobrina del Santo Assisiate: si
cimenta con il Cantico delle Creature. Come attore esordisce
nel 1956 nel lavoro "Ho ucciso mio figlio", al
Teatro Palazzo. Ricorda con nostalgia, simpatia ed ironia l'insuccesso
di quella prima serata: nel dialogo concitato con padre Clemente
(Geremia Pergola), nel bel mezzo del primo atto, un suo
baffo posticcio si stacca e si pone noiosamente fra le labbra,
impedendogli la recitazione. Le apparizioni in pubblico continueranno
poi per alcuni anni nella declamazione di una pagina della Trilogia
del Calvario sui balconi paesani, durante la Processione del
Venerdì Santo.
Nel 1967, già milanese d'adozione, approfittando di una
pausa di lavoro di quindici giorni, torna a Serracapriola e mette
in scena la commedia "Non ti pago" di E. De
Filippo. L'attività più intensa e formativa
dal punto di vista teatrale di Siro la svolge a Milano dal 1960
al 1976. Lì conosce e diventa intimo di Vittorio LUPANI,
attore legato da lunga consuetudine a Tino Carraro, un
grande del Teatro d'ltalia. Fra di Siro e Lupani, attore-regista
serio e preparato, nasce un sodalizio artistico da cui scaturiscono
commedie come Tredici a tavola di M. A. SAUVAJON,
L'orologio a Cucù di A.Donini, Esami di
Maturità, di L. Fodor, Scampolo di D.
Niccodemi.
Con il Gruppo d'Arte drammatica Theatron, di Siro allestisce
Addio giovinezza, di Oxilia (nel cast di quella
rappresentazione conosce la ragazza che poco dopo, nella vita
vera, diventa sua consorte), Il Pescatore di Balene di
C. Veneziani, Le Montagne, di G. Romualdi.
Gli anni Settanta rappresentano per di Siro una tappa importante
nelle esperienze teatrali: in quegli anni vengono rappresentate
opere di indubbio interesse quali il dramma QUALCUNO TRA VOI
di Diego Fabbri; il poliziesco TRE TOPI GRIGI, di
Agata Christie, il Canto del Cigno di A. Cechov,
L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA di Pirandello.
Successo notevole riscuote l'allestimento di uno Spettacolo incentrato
sulla tematica padri/figli che lega in una sintesi tre capolavori
del Teatro Universale: COME LE FOGLIE di G.Giacosa,
Erano tutti miei figli di A. Miller e, curata dallo
stesso dr. prof. Nino di Siro da Serracapriola, Il Sindaco
del Rione Sanità, di E. De Filippo.
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