Mario Brancacci - (Serracapriola, 27 febbraio 1910 - Roma, 5 aprile 1991). Appartiene alla generazione che ai tempi del "Marc'Aurelio" e del "Bertoldo" - di cui fu una colonna - inventò un modo nuovo di far ridere. Autore di originali televisivi (Don Giacinto a forza, Spine d'arancio, La dote, Saluti e baci) teletrasmessl dalla RAI, e di varie rubriche radiofoniche di grande successo.
Ha pubblicato il romanzo umoristico "Era degna di un magistrato" (Edizioni Mondadori), una galleria ricca di personaggi di un' "Italietta borghese" che si crede lasciata alle spalle, ma che si riscopre ogni volta sempre viva, sempre attuale.

(S.Ricci)


La provincia meridionale di cinquant'anni fa con i suoi tic, isuoi tabù, le macchiette, le superstizioni, gli steccati puerili e altissimi drizzati dai privilegi di ceto; la piccola provincia meridionale degli irrinunciabili punti d'onore; il Sud degli amori al balcone che continuavano ancora negli anni dopo la Marcia su Roma: questi temi hanno ispirato a Mario Brancacci "Era degna di un magistrato", romanzo che potrebbe avere come sottotitolo "Stampe del 1925". La satira di certa Italia o Italietta borghese, che crediamo di aver lasciato alle spalle e che riscopriamo sempre davanti a noi, sfacciatamente disponibile al revival, è una fra le vie maestre dell'umorismo italiano. Brancacci la imbocca con un piglio molto personale, esatto senza acredine, tenero senza sdilinquimenti, abilmente dosando sentimento, melodramma e cornpromesso, questi generi cosi italiani, per raccontarci la storia degli anni formidabili in cui i nostri padri incontravano le nostre madri, i nostri nonni le nostre nonne.