DAGLI SCRITTI DEL SERVO DI DIO PADRE MATTEO D'AGNONE (1563-1616) |
![]() Non mi riferisco alla poca preparazione nel fare l'esame di coscienza, né al fatto che quel tale o quella tale in 365 giorni all'anno non hanno fatto altro che accumulare peccati con opere, parole, pensieri... Non mi riferisco al poco dolore che sentiamo per i peccati commessi e al fatto che andiamo a confessarci come se avessimo offeso un Dio di legno o di stoppa. Parlo invece della poca riparazione, dello scarso frutto della nostra penitenza: ogni anno ci confessiamo e mai ci correggiamo. Oso affermare che tra tutti i mali che vediamo nel mondo, questo è il maggiore di tutti o è comunque tra i maggiori che conosco: gran parte dei cristiani è in pericolo di perdersi perché si confessa in questo modo e appena finita la confessione ricade con facilità negli stessi peccati. Predicatori della Chiesa di Cristo dove vi andate a perdere? Perchè ricercate la bellezza dei concetti e delle parole e altre vanità diaboliche? Di questo dovete occuparvi, questo sia il vostro scopo, il vero fine: indurre i miseri peccatori alla vera e perfetta penitenza, e disingannatevi in questo: CHE NON BASTA CONFESSARSI PER OTTENERE LA SALVEZZA, MA BISOGNA ANCHE EMENDARSI. Da "Fasciculus Myrrae" p.587, p. Cipriano de Meo - trascrizione del brano adattata in italiano corrente da P. Cattaneo |