La messa di P. Pio non era una cosa normale come quella celebrata da un sacerdote qualunque: era un dramma che faceva rivivere realmente quello consumato venti secoli prima sul Golgota! "Traspariva dal volto, dallo sguardo, dai gesti, dalle lacrime, dai singhiozzi e perfino dalla durata una partecipazione inesprimibile a qualche cosa di arcano che attrae e avvince misteriosamente e soavemente" (Giancarlo Setti).
 Il Santo Padre Paolo VI° diceva: "Assistere alla messa di P. Pio equivale ad una missione predicata". Proprio durante la celebrazione P. Pio poteva ripetere con S. Paolo: "Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me".
E di questo i fedeli che assistevano alla celebrazione erano ben convinti. Perciò quando P. Pio celebrava nella chiesetta piccola e poi anche quando incominciò a celebrare nella chiesa grande, prima che il sacrista del convento aprisse le porte della chiesa, e d'inverno e d'estate, e con la pioggia e con la neve, i fedeli si assiepavano e facevano ressa per occupare poi i primi posti intorno all'altare e rivivere il dramma del Calvario.
 "Fatelo confessare, farà molto bene", aveva profetizzato Raffaelina Cerase. E non si sbagliò!
  Come l'altare era assiepato di anime, così il confessionale. Nonostante che il P. Pio confessasse fino a 15 ore al giorno, la turba di anime che volevano il suo perdono era tale che si dovette ricorrere ad istituire un ufficio di prenotazioni...
 P. Pio scrutava i cuori, leggeva nelle coscienze. Alle volte era lui a prevenire il penitente nell'accusa dei peccati, a ricordare quelli dimenticati: alle volte era burbero e scontroso: qualche volta negava l'assoluzione...Ma tutti si sentivano rinati, riconfermati in grazia, impegnati a vivere il proprio battesimo.
 P. Pio univa il suo sangue a quello di Cristo per purificare le anime, per restituirle a Colui che per salvarle era morto confitto in croce. Era questo il segreto del suo successo nel confessionale..Al dottore della Legge che aveva rivolto la domanda a Gesù quale fosse il primo comandamento, Questi rispose: "Amerai il Signor Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente, con tutte le tue forze". E poi aggiunse: "Il secondo comandamento è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso".
 P. Pio che poteva ripetere con S. Paolo: "Per me vivere è Cristo", Lui che amava incondizionatamente Dio, non poteva non rivolgere tutte le sue forze nell'amare il prossimo. Lui che conosceva bene il soffrire pensò a sollevare le sofferenze dei fratelli.
  Provvidenzialmente, richiamati dalla santità del Frate delle stimmate, avevano trasferito la loro dimora a S. Giovanni Rotondo tre personaggi che saranno le colonne portanti della sua grande Opera Casa Sollievo della Sofferenza: Carlo Kisvarday farmacista, Guglielmo Sanguinetti medico, Mario Sanvico agronomo.
  Costruire un grande ospedale, e di avanguardia a livello nazionale, sulle rocce del Gargano sembrava una follia.....Ma a chi crede tutto è possibile, anche spostare le montagne, anche far fiorire il deserto, aveva assicurato Gesù. P. Pio ne aveva tanta di fede quanto era il suo amore verso Dio ed i suoi fratelli. Il 25 Maggio 1940 fu costituito il Comitato per l'erigendo ospedale, così formato: Dott. Carlo Kjswaday - Dott. Guglielmo Sanguinetti - Dott.Mario Sanvico e Sig.na Ida Seitz.
 A causa della Seconda Guerra mondiale si dovette attendere il 19 Maggio 1947 per dare inizio ai lavori di sbancamento.
 Ma, e i soldi?....
 Ecco l'intervento della divina Provvidenza.
 Una donna, una donna inglese, ansiosa di conoscere P. Pio arriva a S. Giovanni Rotondo.
  Barbara Ward nacque in Inghilterra, il 23 Maggio 1914, nello Jorkshire. Figlia di avvocato, laureata a pieni voti in Economia politica, studiò in Germania ed in Francia alla Sorbona. Questa è la donna di cui si servì la divina Provvidenza, perché il desiderio di P. Pio ricevesse il primo consistente contributo.
 Si recò a S. Giovanni Rotondo per incontrare il P. Pio di cui aveva sentito parlate. Il suo primo impatto, appena arrivata al convento, fu con un sacerdote presso il cantiere dove da poco erano iniziati i lavori per il costruendo ospedale.
 Al sacerdote la Barbara chiese: "Cosa fate?"
 E quegli rispose: "Una grande clinica".
 E lei: "Quanto denaro vi occorre?"
 Le fu risposto: "400 milioni".
 E la donna ancora:"E chi paga?"
 E il sacetdote:"Chi passa, paga".

 Barbara s'incontrò poi con P. Pio al quale chiese una grazia. E P. Pio le rispose: "Si, figlia mia, le grazie le fa il Signore".
 E lei: "Padre, io sono cattolica, ma ho un fidanzato che è protestante; vorrei che si convertisse al Cattolicesimo".
  P. Pio rispose: "Si, se il Signore vuole, siconvertirà".
  Barbara insistette: "Padre, ma quando?"
 E P. Pio: "Se il Signore vuole, anche adesso".
  Appena tornò in Inghilterra, con sua grande sorpresa, seppe che,in quel giorno e in quel momento in cui aveva parlato con P. Pio, il fidanzato si era convertito al Cattolicesimo.
 Esortò allora il fidanzato, Comandante Jackson, che era austriaco e Consigliere delegato dell'U.N.R.A., a recarsi a San Giovanni Rotondo per baciare la mano piagata di P. Pio. II Comandante Jackson accontentò la fidanzata, si recò a S. Giovanni Rotondo e baciò la mano piagata di P. Pio.
 Il 28 Giugno 1948, alla Casa Sollievo della Sofferenza, pervennero i 400 milioni richiesti da quel sacerdote che Barbara incontrò al cantiere. (Giuseppe Curci Personaggi illustri intorno a P. Pio)
 II 5 Maggio 1956 S.Eminenza il Cardinale Giacomo Lercaro inaugurava ufficialmente la Casa Sollievo della Sofferenza.
 Quest'opera gigantesca, che oggi assiste 1200 ammalati giornalieri, è sostenuta da una seconda intuizione del P. Pio, il quale, accogliendo l'invito accorato del Sommo Pontefice Pio XII°, fondò i Gruppi di Preghiera, oggi diffusi in tutto il mondo. P. Pio diceva: "Senza la preghiera la nostra Casa Sollievo della Sofferenza è come una pianta priva di aria e di sole". Il Santo Padre Paolo VI°, che il 22 Settembre 68 riconoscerà ufficialmente i Gruppi di Preghiera, salutandoli in udienza a Roma diceva: "P. Pio ha generato questa schiera, questo fiume di persone che pregano".
 Concludo questi brevi cenni biografici di P. Pio sottolineando il suo grande amore verso la Madre, sia Madre Giuseppa, sia Madre Maria SS.ma, sia Madre Chiesa.
 Per Mamma Giuseppa, che l'aveva concepito e messo al mondo, P. Pio ebbe sempre amore sviscerato. Era la sua "mammella", presente ancora in un ingrandimento fotografico che il pellegrino può ammirare nella cella di P. Pio. Come bimbo, non ancora svezzato, la volle vicina e fu ospite nella casa di Maria Pajle, tra le figlie spirituali di P. Pio, prediletta e santa. Nel 1929, assistendo alla messa di mezzanotte del 25 Dicembre, prese freddo. Colpita da una congestione polmonare, ben presto fu in fin di vita. P.Pio, accorso al capezzale della mamma morente, pregò che si compisse la divina volontà. Ma appena la mamma spirò,si sciolse in lacrime dirotte.... e non cessava di esclamare: "Mamma, mamma mia".... A chi gli fece osservare per incoraggiarlo: "Padre, ma non ci avete insegnato voi stesso che il dolore non deve essere che un'espressione dell'amore e che dobbiamo offrirlo a Dio? Perché dunque piangete in modo così straziante?"
 P. Pio rispose - divenuto subito molto serio - "Sono lacrime d'amore, nient'altro che d'amore". (Maria Winowska - Il vero volto di P. Pio). continua