LE REGOLE del dialetto serrano
Le radici
dal n.6 anno III de "La Portella "Giuseppe Gentile

Lingua italiana e dialetti: l'unità nella diversità, segno di civiltà.
  È necessario avere un modello linguistico comune a tutti da un capo all'altro della penisola, come è fondamentale conoscere il dialetto per capire meglio la storia del nostro paese. Il dialetto e la lingua italiana sono "pari grado" perché derivano dalla stessa matrice latina.Questa comune base latina mescolandosi con le lingue precedentemente parlate, produce nel tempo la formazione di altre lingue che hanno poi avuto una diversa evoluzione a seconda delle vicende storiche di ciascuna località.
  È nostra intenzione cominciare a pubblicare una raccolta di termini dialettali serrani con modi di dire e proverbi, per salvare quanto rimane di un passato che ha caratterizzato la cultura di Serracapriola. Oltre al noto gendarme-poeta Giancarlo Mascolo e al dialettologo Vincenzo Tartaglia, gli anziani sono i genuini fruitori del vernacolo serrano. A tutti chiediamo collaborazione per segnalarci l'esistenza di voci che non abbiamo raccolto, in modo che questa raccolta potrà diventare nel tempo un vocabolario della parlata serrana in cui ognuno avrà dato il proprio contributo.  Intanto raccontiamo due noti aneddoti popolari.

’U cellóne da Sèrre - video
Nu chèfone mèntre fècève     Un contadino mentre faceva
‘a mèjése di pemmedóre     la maggese dei pomodori
hè viste zumpè ndà jèrve nu vòtte.     ha visto saltare nell'erba un rospo.
Ce credève chè jève     Credeva che fosse
‘nu cèlle chèdute dèll'albere.    un uccello caduto dall'albero.
Cià purtète a chèse     Lo ha portato a casa
e ha mésse ndà chèjóle.     e lo ha messo nella gabbia.
‘U tèmpe pèssève e ‘u vòtte stéve sèmpe     Il tempo passava e il rospo stava sempre
èmmèsciunète u stésse pòste.     accasciato allo stesso posto.
Nu bèlle jórne ‘u chèfone hè ditte :     Un bel giorno il contadino ha detto:
Cellóne mije cellóne,     Uccellone mio uccellone,
tutte càntene e tu nóne!     tutti cantano e tu no!
i scénne ha pèrze pa vecchiaje     le ali le ha perse per la vecchiaia
mè ‘u pizze chi cià tóte?     ma il becco chi l'ha preso?

 Un altro aneddoto racconta: "un cane domandò a un suo simile, intento ad addentare un grosso osso, da dove veniva. Per rispondere "da San Paolo" gli sfuggì l'alimento preferito, carpito subito dall'altro cane. Per riaverlo l'interpellato fece la stessa domanda. Ma la risposta "da Sèrre" consentì al quadrupede serrano di poter tenere ben stretto l'osso fra i denti."
 La morale dei due aneddoti caratterizza un serrano sprovveduto, ma anche furbastro ed individualista.




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