"Il bisogno di avere RADICI è forse il più importante e il meno conosciuto dell'anima umana. Difficile definirlo. L'essere umano ha sue radici nella concreta partecipazione, attiva e naturale, all'esistenza di una comunità che conservi vivi certi tesori del passato e certi presentimenti dell'avvenire".(Simone Weil) REGOLE: Essendo il dialetto lingua orale noi lo scriviamo secondo il modo di pronuncia, tenendo presente alcuni semplici accorgimenti per renderlo accessibile a tutti. La parlata serrana, pugliese a tutti gli effetti per la fonetica, ha una sua caratteristica precipua che la differenzia dalle altre del circondario: la “a” tonica in sillaba aperta si pronuncia “è” nella stragrande maggioranza dei casi. Es. a-ni-ma-le = ènemèle •. Nel vernacolo serrano dove c'è la "a" tonica in sillaba aperta (es. pane) o all'inizio di parola (es. animale) predomina un suono turbato tra la "a" e la "e" che diventa una "e" aperta e che per semplicità scriviamo con "è" ("è" con accento grave), quindi traduciamo: "pène", "ènemèle"•. La vocale "e" senza accento è muta o semimuta, cioè non si pronuncia in nessun caso. E' necessario metterla, altrimenti le consonanti, specie quelle all'interno della parola, risulterebbero impronunciabili. "J" indica il suono della "i" nella parola "paio" (es. jungére = stuoia ). In genere gli nei vocaboli dialettali si traduce gghj Es.: aglio, àgghje; paglia, pàgghje; quaglia, quàgghje. Ma anche, olio, ògghje bietola, gghjéte. Eliminiamo dal dizionario alcune voci italianeggianti. Per rendere il passaggio rapido dal suono sc della parola sceriffo al suono c della parola cane, alcuni, come Ciro PistilIo. indicano il gruppo sck di uso immediato (sckéfe = spicchio, mèsckétte = lucchetto, besciàscke = sciocco). Gli articoli determinativi: ‘u = il, lo; ‘a = la; ‘i = i, gli, le. Gli articoli indeterminativi: ‘nu = un, uno; ‘na = una. a = in: particella complementare, stato in luogo; es.: "sténghe a France" (sto in Francia). a = a: moto a luogo; es.: "vaje a chése" (vado a casa). ca: La sillaba “ca” contenuta nei vocaboli italiani, nel dialetto serrano, nella maggior parte dei casi, si traduce chè (casa=chèse, cane=chène, caccavo=chècchèvèlle), per via della “a” tonica in sillaba aperta che nel nostro dialetto assume un suono simile ad una “e” aperta che noi per semplicità abbiamo reso con “è”. Fermo restando che la e senza accento nell’ambito della parola non si pronuncia. Fa eccezione la e congiunzione che si pronuncia come nella lingua italiana. - Molte parole dialettali hanno un rafforzamento delle consonanti iniziali. Es. ddùmmènnè (domandare); gghjènghiè (imbiancare); nnòcche (fiocco); ffèffà (spavaldo).
I vocaboli in ordine alfabetico ci daranno l’occasione, di volta in volta, per richiamare altre regole | ultima modifica di pagina: 01/31/2022 12:53:54
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