LE REGOLE del dialetto serrano
Jumènde
Giuseppe Gentile

Jumènde, n.f.

  1. Giumenta, cavalla; la giumenta oltre a lavorare serve soprattutto per la riproduzione. A Serracapriola la monta ufficiale fino agli anni 70’ circa, si realizzava nella Stazione di Riproduzione diretta dal veterinario dott. Gabriele Giannubilo, prima presso l’oliveto Pilolli, poi in contrada Piano Annaucci, nella masseria Scaletti, dove c’erano cinque stalloni (un murgese, un pugliese, un francese, un mezzo sangue arabo e un asino di Martina Franca) mandati dallo Stato per il mantenimento delle razze. I contadini portavano le giumente e il palafreniere, un caporale dell’esercito, guidava l’accoppiamento. In un anno vennero coperte 525 fattrici. Avveniva così la riproduzione di animali della stessa specie o ibrida (il mulo ottenuto dall’incrocio dell’asino con la giumenta; il bardotto del cavallo con l’asina).
  2. fig. Donna, ragazza; é ‘na bèllè jumènde (è una bella donna); accr. jumendóne (donna prosperosa).




























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