LE REGOLE del dialetto serrano
Ghèzzóse
Giuseppe Gentile

Ghèzzóse, n.f. (gasosa, gazosa, gazzosa) – Gassosa. A Serracapriola cominciò a diffondersi la gassosa con i fratelli caffettieri Liborio (1878-1924) e Antonio de Leonardis fu Giovanni che avviarono una fabbrica di acque gassate. La bibita gassata veniva prodotta in bottiglie con la pallina di vetro che rimaneva sul fondo del collo del contenitore, fermata da una strozzatura. Nella bottiglia venivano introdotti prima gli ingredienti (‘u sceruppe: acqua, zucchero e acido cidrico) poi il tutto si faceva fermentare per ottenere l’anidrite carbonica. La pallina spinta in alto dal gas fungeva da tappo. Per bere era necessario spostarla introducendo nella bocca della bottiglia il mignolo per far entrare l’aria, ma l’igiene suggeriva la cannuccia per poter con un unico gesto aprire e bere. In seguito sorsero le fabbrichette, che usavano le bottiglie con il tappo esterno meccanico, di Antonio de Leonardis, Flavia Sanità, Lorenzo Malatesta, Domenico De Vito. Bere il vino con la gassosa era una consuetudine molto diffusa. - Cuncettì vè dè Mecheline u chèntenére e càtte tre quarte di vine e na ghèzzóse – ( Concettina, vai da Michelino il cantiniere e compera tre quarti di vino e una gassosa).




























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