LE REGOLE del dialetto serrano
Fàvece
Giuseppe Gentile

Fàvece, n.f. – Falce, dal latino falcem. La falce era l’attrezzo del mietitore. La lama stretta di ferro o di acciaio era piegata ad arco con taglio interno che poteva essere dentato o liscio e manico breve di legno da impugnare. Vi erano diversi tipi di falci che si differenziavano per piccoli particolari: a punta lunga e dritta, piegata in alto; a punta biforcuta; con il manico di legno ben tornito per l’impugnatura o cilindrico, alla cui base c’era una sporgenza a ‘mo di dente per non far scivolare la mano durante la mietitura. I mietitori di grano di solito usavano falci dentate a lama stretta.
Fèvecétte, n.f. dim. - Falcetta. Piccola falce a lama più larga in uso per piccoli lavori di taglio dell’erba.
Fèvecióne, n.m. accr. – Falcione, falce fienaia. Grossa falce a lama larga con un lungo manico di legno posizionato verticalmente alla lama. Essa doveva essere sempre affilata e il falciatore portava con sé una pietra molaia in un corno che conteneva anche dell’acqua. Arma antica a forma di falcione. “A mòrte cu fèvecióne” F. del tempo, della morte attributo del Tempo e della Morte in personificazioni e figurazioni. – Jè nu fèvecióne! (si dice a persona che aderisce al partito comunista italiano in maniera esagerata).
Nell’ambito politico i partiti operai hanno in tutto il mondo come loro emblema la falce e il martello sia come realistica allusione alla classe lavoratrice sia come specifica indicazione risultante dall’unione dei contadini e degli operai in vista di una comune rivendicazione di diritti sociali. Il simbolo di falce e martello dei partiti aderenti alla terza internazione e degli stati a regime social-comunista fu adottato la prima volta dalla repubblica sovietica di Russia (novembre 1917) e in Italia dal P.S.I. come simbolo elettorale (segno di lista) alle elezioni del 1919.




























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