LE REGOLE del dialetto serrano
Cunzèrve
Giuseppe Gentile

Cunzèrve, n.f. – Conserva, concentrato di pomodoro. Dal latino cum = insieme, e servare = custodire. Per il pomodoro ben maturo cominciava una lunga e attenta trasformazione. I componenti della famiglia, con incarichi diversi, tagliavano a metà ‘i pemmedóre. Alcuni li lasciavano prima asciugare al sole per 24 ore, altri invece li mettevano direttamente a cuocere per circa venti minuti, per poi passarli al setaccio. La salsa ottenuta, ben salata, veniva messa al sole in larghi piatti di terraglia decorata e sui tèvelerèlle (apposite tavole che le massaie usavano per mandare le pizze al forno). Sistema poco igienico, perché il prodotto, rimestato a lungo ca cucchijère (mestolo di legno), finché non diventava relativamente solido, cunzèrve, veniva visitato da nugoli di mosche. La conserva si sistemava ben pressata (per non creare vuoti d’aria che potevano procurare muffe e deterioramenti) in vasi di terracotta mpretenète, fusine e chèndèrèlle, ricoperta di uno strato d’olio prima di chiuderli con l’apposito coperchio. C’era anche chi conservava il prodotto in foglie di granturco disponendolo a mo’ di pannocchie.




























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