Chìnghe, n.m. – Calesse. (dall’inglese king = re). Tra i carri in uso nel corso del XIX secolo come il phaeton, il brum, il baroccio, l’omnibus e la carrozza a due ruote con cocchiere posteriore, il calesse, che all’origine era una leggera carrozza scoperta a quattro ruote, avrà uno sviluppo longevo. Dalla carreggiata di cm 130, costruito con legno di frassino, era di due tipi: inglese, più elaborato, con freno a cremagliera, e sardo, più essenziale con freno a vite. Il modello costruito a Serracapriola dai nostri carradori, chèrpentiére, era il calesse del tipo sardo. Veicolo leggero da passeggio a due ruote e a due posti, tirato da un solo cavallo, fornito per alcuni modelli anche di mantice mobile. Il vano posteriore, sotto il sedile, fungeva da “portabagagli”. Aveva un sistema frenante a vite, “sofisticato” rispetto a quello primitivo del carretto (‘a mèrtelline du trèine). Nel 1804 furono brevettate le molle ellittiche per i veicoli, montate anche sul calesse e sul carretto leggero, scèrèballe. ‘U chinghe, grazie a questa importante innovazione, diventò più agile ed elastico, e alla fine dell’800 era il più diffuso mezzo di trasporto, prima della bicicletta e poi dell’auto. Lo guidavano i proprietari terrieri per spostarsi agevolmente nelle loro tenute, al fine di controllare il lavoro dei contadini che usavano i tipici mezzi sempre a due ruote, chèrrettune e trèine, per trasportare le derrate agricole. | ultima modifica di pagina: 10/12/2016 11:02:59 |