LE REGOLE del dialetto serrano
Chèscigne
Giuseppe Gentile

Chèscigne, n. m.– Con i nomi volgari di Crespa o Crespigna/o-Cicerbita o erba Crespigna, Strozzèchènnèróne, si intendono varie specie del genere Sonchus della famiglia delle Compositae. Il Sonchus oleraceus (Chèscigne) è una delle erbe selvatiche commestibili (fógghje) più nota della cultura popolare, chiamata il cibo dei poveri. Ha foglie ispide, piuttosto molli, fusto cilindrico, cavo e ricco di lattice. Si trova in abbondanza nei terreni coltivati, ai margini dei campi, sui bordi delle strade e ovunque c’è del terriccio. Sopravvive anche al freddo invernale assumendo una colorazione violacea scura. Fiorisce (spiche) da marzo ad agosto con fiori ligulati di colore giallo pallido. Le rosette di foglie basali dal sapore dolce vengono consumate cotte, mescolate ad altre specie per attenuare il sapore amarognolo (fogghijèmméscke). Se tenere si possono mangiare anche crude, ma sempre miste ad altre erbe. Nella credenza popolare la radice del crespigno viene usata come digestivo e come diuretico.
In senso figurato Chèscigne si dà come nomignolo a persona macilenta, debole e pallida. Père nu chèscigne ènnecchiàreche (sembri un crespigno di terreno incolto).




























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