Checócce, n.f. – Zucca – Dal tardo latino cucutia. Pianta annua originaria dell’America tropicale, della famiglia Cucurbitacee (Cucurbita pepo); ha il fusto peloso, sdraiato con viticci; grandi foglie cuoriformi e dentate; fiori giallo- aranciati con corolla campanulata; il frutto è un peponide. Si coltivano parecchie specie commestibili: Checóccè lònghe (zucca lunga color verde chiaro); Checócce de Spàgne dalle dimensioni notevoli e di forme diverse, come la sferica zucca barucca e la bislunga, a fiasco, zucca da pellegrino; Checuccèlle (zucchina), oltre il frutto, dalle diverse tonalità di verde, sono mangerecci anche le parti tenere (gambi e foglie) della pianta (tànne de checócce) e i fiori. La zucca nella cucina serrana: 1) Checóccè lònghe che l’óve. Si fa soffriggere nell’olio d’oliva la cipolla affettata, i pomodorini, un po’ di prezzemolo e la salsiccia. Si aggiunge il sale, tanta acqua quanto basta, la zucca lunga tagliata a pezzi e a cottura ultimata le uova battute con il formaggio. 2) Checócce de Spagne agghje e ógghje. Gli ingredienti di questo semplice primo piatto sono: la zucca tagliata a pezzetti, l’olio d’oliva, l’aglio e il peperoncino. 3) I tànne de checócce chi cechètélle o strèscenéte, cu pemmedòre. Un altro semplice piatto contadino, gustoso e salutare, i cui ingredienti sono: i gambi e le foglie della zucchina, pelati, tagliati a trisce e lessati; la pasta fresca, fatta in casa; sugo di pomodori a pezzetti con aglio, olio, basilico e peperoncino. 4) I fiori di zucca, bagnati nella pastella e fritti. 5) I semi da checócce de Spagne abbrustoliti. A còcce chè ne parle ce chième checócce (la testa che non parla si chiama zucca). Si dice a chi non dialoga per far capire le proprie intenzioni o pensieri. Checóccèlònghe era il soprannome di un serrano che pensava di attraversare l’oceano ca fèzzètóre (conca da impasto per il pane) per emigrare in America. La zucca, opportunamente preparata, svuotata ed essiccata, si presta a molti usi: decorativi (teschi per la festa di Halloween) e pratici (la zucca da pellegrino, come contenitore, per borracce, per conservare il sale ed altro e la zucca lunga per ottenere un primitivo strumento a fiato usato dalle comitive nei canti popolari, tipo “U Sènt’Èntóne”). Alle Cucurbitacee appartengono anche: il Cocomero o Anguria (Cucumis Citrullus), melón’èd’acque; il Popone o Mellone (Cucumis Melo), melón’è pène e vernine (il frutto anomalo di questa pianta viene chiamato checummèrazze); il cetriolo (Cucumis sativus), varietà simili: pelusélle, chèrusine, melànguele (l’etimo deriva da melangola, frutto, dal sapore acidulo aromatico, del melangolo, albero delle Citracee). 






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