Céppe, n. f. – sostantivo invariabile, come tanti vocaboli dialettali, che al singolare è femminile se preceduto dalll’articolo a, mentre al plurale con l’articolo i diventa maschile. Termine generico per indicare sarmenti, sterpi, rametti sottili e lunghi di alberi e arbusti. Dal francese cep s.m. ceppo (di vite), dal latino cippus che sembra avere il significato originario di palo. Alcuni contadini, i ceppèjule, specializzati nella raccolta di questa ramaglia durante i lavori di potatura, preparavano le fascine, i fasce di céppe, li legavano ai lati del basto dell’asino e li vendevano in paese. I céppe, impiegati un tempo quale combustibile economico, servivano soprattutto per dare l’input all’accensione della legna, i lène, nel camino o nella cucina a legna. Unici mezzi per riscaldarsi e per cucinare. Ce vonn i céppe pe peccè u foche ndù chèntone (ci vogliono gli sterpi per accendere il fuoco nel camino). Pigghje na céppe pe tizzè u foche (prendi uno sterpo per alimentare il fuoco). Il termine italiano ceppo, della stessa radice di quello dialettale, ha un significato accrescitivo. Il Ceppo di Natale, un tronco di albero da ardere nella vigilia di questa festività, come da costume antico. Diminutivo di céppe è ceppetille. Nel grado accrescitivo: ceppone, italiano ceppo, indica il carniere del macellaio oppure un grosso pezzo di legno posto ad ardere nel camino. In senso figurato per indicare un vecchio trasandato e abbandonato si dice – Père nu cippone – Al contrario, ripulendolo e vestendolo di tutto punto, si dice – Viste cippone ché père bèrone - . | ultima modifica di pagina: 10/12/2016 05:08:48 |