LE REGOLE del dialetto serrano
Centrone
dal n.8 anno VII de "La Portella "Giuseppe Gentile

Centrone, n.m. – Grosso chiodo – I centrune di varie fogge venivano conficcati nei muri per sostenere le catenelle, le grondaie, le funi per stendere il bucato, le altalene (sciambele), il maiale ammazzato: u pôrche èccise èppése a’ vèmmegghjére. Così umili, così antichi: il greco “Kentron” che ritroviamo nel latino “centrum” ci fa capire a cosa attenga; centro è sia il punto focale di un piano che quello ove si fissa il foro. Dalla superficie puntata si passa in duemila anni all’oggetto puntante, e poiché era ben grosso gli fu posto il suffisso accrescitivo. Anche l’umile “centrélle” ha la stessa origine, era solo molto più piccolo, ma quante suole ha salvato dall’offesa del selciato. I centrune ebbero anche l’ingrato compito, usati a sproposito dalla mano dell’uomo, di crocifiggere nostro Signore.
La moglie al marito davanti al loro basso, bàsce : - Bejèsì’ ficche stì centrune ndu mure chè mè métte a zoche di panne. A furcenèll à prepèrète ? - (Biagino conficca questi grossi chiodi nel muro, perché dobbiamo mettere la fune per il bucato. La forcina l’hai preparata?). È schèpuccète de centrune! (Ha divelto più “centroni”!) Si dice in senso figurato a una donna di facili costumi. Filastrocca recitata dai bambini dopo la caduta di un dente da latte: dènt’è mijè dente rimitteme stu dènte, remittemu forte é bone comé na cocce de centrone (dente mio dente rimettimi questo dente, rimettimelo forte e buono come una testa di “centrone”).




























G.I.S.
Sistema
Informativo
Globale
del
Comune
di
Serracapriola

mappa del sito
ultima modifica di pagina:
10/12/2016 04:52:14