LE REGOLE del dialetto serrano
Cènze
dal n.8 anno VII de "La Portella "Giuseppe Gentile

Cènze, n.m. – Censo – da…” Census. Appresso Tertulliano non significa numeratione, come i Latini communemente prendono questo vocabolo; mà metaforicamente significa riputazione, ricchezze, perché dalla numerazione de’ beni copiosi delli cittadini ricchi nasceva l’honore, e gloria, come anco dalla numeratione de’ vassalli – (….) Tertulliano non si dilunga punto da buoni Latini nel servirsi della voce census, che communemente significa, non numerazione, facoltà, entrata, ò rendite: onde habere in censu vuol dire havere entrate, essere facoltoso: capitecensi, si chiamavano quelli, che non avevano, che la vita: al che allude Ovidio dicendo di un artefice; ars illi sua census erat, le sue entrate consistevano nelle fatiche delle sue mani.” (Da – N. dei Vocaboli E. - Venezia 1732) -
Tutto era devoluto al fisco e al Barone…che dette in enfiteusi quei due appezzamenti a Ferdinando de Leonardis con un censo annuo abbastanza rilevante.
(A. de Luca- Serrac.)
Dal bilancio della “Amministrazione antica” dell’anno 1745. A Flaviano Iacobacci per il censo che si corrisponde al R. Clero di S. Mercurio…D. 7 (A. de Luca-Serrac.pag. 63).
A Serracapriola il termine censo indicava anche gli interessi corrisposti sui libretti postali. – Ngenzì, ndô vè?- Vaj’a pòste è sigge u cènze (- Vincenzino, dove vai? – Vado alla posta a riscuotere il censo - )




























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