Cènze, n.m. – Censo – da…” Census. Appresso Tertulliano non significa numeratione, come i Latini communemente prendono questo vocabolo; mà metaforicamente significa riputazione, ricchezze, perché dalla numerazione de’ beni copiosi delli cittadini ricchi nasceva l’honore, e gloria, come anco dalla numeratione de’ vassalli – (….) Tertulliano non si dilunga punto da buoni Latini nel servirsi della voce census, che communemente significa, non numerazione, facoltà, entrata, ò rendite: onde habere in censu vuol dire havere entrate, essere facoltoso: capitecensi, si chiamavano quelli, che non avevano, che la vita: al che allude Ovidio dicendo di un artefice; ars illi sua census erat, le sue entrate consistevano nelle fatiche delle sue mani.” (Da – N. dei Vocaboli E. - Venezia 1732) - | ultima modifica di pagina: 10/11/2016 17:04:23 |