Càvece, n.f. Termine con due significati: - Calce Dal latino calix , che a sua volta deriva dal greco khallike = ciotolo. La calce è il legante per le malte di costruzione, mescolata a sabbia o pozzolana. Calcare che si estrae in grossi pezzi e si cuoce nelle fornaci, dove si trasforma in ossido di calce (calce viva). Per l'uso bisogna trasformarla in calce spenta, che si ottiene immergendola nell'acqua (l'ossido di calcio si trasforma in idrossido). È questo idrossido che si adopera per le malte, unito a sabbia.
La calce viene prodotta in grande quantità ad Apricena. Spesso da noi venivano a venderla gli ambulanti al grido a cavecè bianche da Prucine è chi a vó attirando l'attenzione degli acquirenti. Anticamente la calce si preparava e si conservava in grosse fosse, disposte all'aperto alla periferia del paese. Era un pericolo per i passanti, specie se bambini, che potevano cadere dentro. Infatti durante la processione di San Fortunato, compatrono di Serracapriola, un bambino di sette anni "per la calca delle genti precipitò dentro un'alta fossa di calce viva situata nei pressi della SS.Trinità e miracolosamente restò illeso. Ca càvecè bianche dà Prucine s'imbiancavano le case. L'imbianchino, bièncheggètóre, imbiancava a calce i bassi o l'esterno delle case direttamente sui muri senza intonaci, con un pennello rotondo di setole di maiale, fatto a mano e legato ad una lunga canna. Terminava il lavoro tinteggiando intorno alle pareti un largo battiscopa di circa 60 centimetri di colore bluastro o marroncino, a zucchelièture. - Calcio, pedata,
Chèvecemónje n.m. Calcinaccio, pezzo d'intonaco o di calce che si stacca dal muro. Nome composto da càvece e dal greco "monos" = solo. Chèvecióne n.m. Dolce di Natale - Panzarotto ripieno di pasta di ceci o di castagne fritto in olio d'oliva. 



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