Con la "fabrica" o Fabbriceria di Serracapriola intendiamo sancire il valore monumentale del Centro Storico e la necessità di una struttura capace di conservare il patrimonio di conoscenze storiche, tecniche e manuali, quale presupposto per il lavoro della struttura finalizzato al recupero ed alla manutenione dello stesso Centro Storico.
  Tra le iniziative prese in questa direzione è opportuno citare quella del laboratorio di quartiere, per il quale rinviamo alla lettura del volume "Antico è bello, il recupero della città" di R.Piano, M.Arduino, M.Fazio (Editori Laterza). Sperimentato a Otranto (con il patrocino dell'UNESCO) e a Burano (su incarico del Comune di Venezia), almeno in Puglia, non si può dire che il laboratorio di quartiere sia andato oltre la fase sperimentale.
  Occorre purtroppo ribadire che, il più delle volte, queste iniziative nascono a tavolino e prescindono dalla realtà territoriale. Il recupero di un Centro Storico, fino a quando è stato progettato sulla cartografia a grande scala, non ha incontrato grandi ostacoli semplicemente perché il progetto non diceva molto. I problemi sorgono quando si tenta di imporre qualcosa che non è sentita dagli abitanti.
  Nel caso di Serracapriola si è preferito il termine di "fabbriceria" a quello di "laboratorio" proprio per ribadire che gli interventi di recupero e di manutenzione devono essere fatti con le stesse tecniche con cui le singole abitazioni sono state realizzate. Anche se si ritiene giusto l'impiego delle moderne strumentazioni, la logica dell'intervento deve rimanere inalterata e, nel caso dei centri antichi, si è proceduto sempre dal particolare al generale. Più che il guadagno immediato occorre prendere in considerazione l'investimento, che risulta strettamente connesso all'aspetto culturale.
  Dovendo effettuare, per motivi di ricerca, il rilievo del Centro Storico ed essendo indispensabile finalizzarlo a qualcosa di preciso, immagineremo di realizzare un centro residenziale, in cui una parte delle abitazioni sarà destinata ai residenti ed un'altra parte cospicua a residenze estive per turisti, desiderosi di trascorrere un periodo di vacanze in un centro pugliese in cui la tradizione è ancora viva.
  Si tratta, in definitiva, di rendere permanente e vivibile quanto si lascia intravedere nel presepe vivente. Indubbiamente l'intervento va fatto con il metodo antico e per piccoli passi, sfruttando la recente esperienza dell'agriturismo e mettendo a punto una buona metodologia di pubblicizzazione del prodotto.
  Per fare questo occorre innanzitutto un bilancio delle risorse disponibili e di ciò che si intende attuare, per cui la fabbriceria non può prescindere da un centro di documentazione virtuale, aperto a tutti i cittadini sia per quel che concerne la fornitura che il prelievo delle informazioni.
  In secondo luogo occorre effettuare un'attenta analisi dell'artigianato e verificare quanto è ancora attuabile. Non bisogna dimenticare che il turista o, comunque il vacanziere, il più delle volte non ha le idee chiare e, quasi certamente più che esercitarsi nel tiro con l'arco, potrebbe gradire la frequenza della "bottega del vasaio" e portarsi a casa qualche vaso di terracotta fatto con le proprie mani!
  Il primo passo resta quindi la redazione di una cartografia tematica relativa a:
   - forza lavoro esistente;
   - risorse idriche;
   - risorse alimentari;
   - servizi;
   - scuole;
   - bottegne artigiane riattivabili;
   - tipologia delle abitazioni;
   - risorse turistiche.