Parlare di recupero di un Centro storico significa essenzialmente:
- prendere atto che lo stesso Centro ha cessato di vivere o vive male;
- ritenere possibile ed opportuno che il Centro possa tornare a vivere.
In passato qualche "grande" architetto-urbanista ha avuto la brillante idea di demolire per ricostruire tutto ex-novo! ma pare che i risultati ottenuti gli abbiano dato torto e, come conseguenza, oggi si rischia di "mummificare" i centri storici.
In questa sede, senza avere alcuna pretesa di progettare il "recupero del centro storico di Serracapriola" ma dovendo finalizzare il rilievo dello stesso, ci limiteremo a fare una serie di ipotesi.
Cominciamo col dire che non è pensabile trattare il Centro storico indipendentemente dall'espansione di Serracapriola: la demolizione della Portella è un fatto storico e sancisce una necessità. Trattando, poi, il centro urbano alla stregua di un qualsiasi essere vivente, abbiamo provato a redigere una sorta di anamnesi, ora si tratta di verificare le funzioni vitali.
Ciò premesso, non ci resta che individuare le condizioni che hanno consentito la vita del paese e verificare se oggi sono ancora attuabili. Se è pur vero che non possiamo costringere, per questioni di nostalgia, i serrani di oggi a vivere come i propri antenati, non possiamo neppure restare indifferenti a fronte dell'azzeramzento dei risultati raggiunti dagli abitanti in secoli di ricerca per un migliore sistema di vita: si tratta di verficare quanto di buono c'è nei risultati positivi e cosa occorre modificare in quelli negativi.
Tanto per non partire con il piede sbagliato, cerchiamo di chiarire innanzitutto l'obiettivo del nostro ipotetico recupero, che, almeno in prima approssimazione, dovrebbe consentire la vita ad una comunità autosufficiente e capace di ospitare, nei mesi estivi un flusso turistico sempre crescente.
Dovremo subito ipotizzare la costituzione di una "fabrica" di Serracapriola, per la quale faremo riferimento al laboratorio di quartiere di Otranto, nel quale postremo sostituire alle assermble di quartiere i gruppi di discussione su Internet, in modo da coinvolgere quanti non risiedono in maniera fissa a Serracapriola.
Prima di inoltrarci in questa ricerca, forse, è opportuno ricominciare dalla formazione di base, con un racconto tratto da un libro di letture della quarta classe elementare del 1942: "Michelaccio", la cui arte "mangiare, bere e andare a spasso" era proverbiale. Oggi Michelaccio possiede l'automobile e non si limita a mangiare,bere e andare a spasso! Un'esperienza vissuta nel centro storico di Bari, riportata in un articolo dei nostri giorni dimostra che per il bambino lo studio può essere ancora divertimento e per l'uomo il lavoro è fatica, se opera da schiavo, oppure può essere un divertimento, se opera da persona libera.
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