Il sito, conosciuto localmente col toponimo di San Matteo-Chiantinelle, si stende nella più ampia contrada di Chiantinelle (Fi155 I SO dell'IGM "Ripalta", 2°45'20" long. Est, 41°51'4" lat. Nord) a ca. 4,5 km ad Ovest di Chieuti e a ca. 8 km a Nord-Est del centro urbano di Serracapriola, E' posto sui primi rilievi preappenninici che, sulla riva sinistra del fiume Fortore in prossimità della vecchia foce e dell'antica linea della costa adriatica, chiudono a Nord Ovest il Tavoliere foggiano, separandolo dal Molise (fig. I,3).
La stratigrafia geologica, classificata tra fl1 c fl2 (Carta Geologica d'Italia 1:100.000 F 55 "S. Severo"). presenta in superficie una copertura di "terre nere" ad alto tenore humifero (paleosuolo forestale) con spessore che varia da 40 cm nella parte alta a 90 cm nella parte bassa; a questo livello superficiale segue uno strato di sabbie e sabbie argillose spesse circa 10 cm, ricoperte a tratti da un velo di silicati localmente denominato "crusta'; per ultimo si rinviene un banco di sabbia argillosa marnosa quaternaria di origine marina.
Sotto il cordone collinare il letto del fiume si allarga, creando una fascia larga e quasi piana, di circa 1 chilometro, intorno a 13 m s.l.m., resa paludosa dalle continue piene del fiume prima della recente opera di bonifica. In tempi pre-protostorici questa vasta area doveva costituire per i gruppi insediati nel circondario una zona umida di grandissimo interesse economico e logistico. poiché rendeva agevole, oltre che la pratica di attività economiche diversificate, anche il guado del corso d'acqua, attraverso cui era possibile immettersi nella pianura dauna in prossimità del lago di Lesina, un comprensorio ad alta concentrazione di insediamenti preistorici e protostorici e un punto di snodo delle vie di comunicazione che si inoltravano verso Est, lungo la costa adriatica e in direzione del Gargano interno, e verso Sud-Est nella grande distesa pianeggiante del Tavoliere.
Il pendio che scende verso il Fortore è caratterizzato da un ampio terrazzo di base, collocato tra i 50 e 30 m di quota, che si affaccia sull'area paludosa. Risalendo il declivio si incontra una fascia parallela al fiume, piuttosto ripida, che in poche centinaia di metri sale dai 50 ai 100-130 m e, quindi, un terrazzo sommitale, che si stende fra i 120 e 140 m s.l.m.
Sul primo terrazzo e, in particolare, nell'area più prossima al bordo, è stata documentata una frequentazione di età romana, ellenistica e daunia. Lungo il declivio è stato localizzato, invece, un insediamento del Neolitico Antico, che presentava piccole aree subcircolari più scure, probabilmente pertinenti a capanne, ben visibili al momento dello "scasso", operato da arature profonde fino a m 1 dal piano di campagna per attraversare lo strato di "crusta" sottostante al terreno agrario. Il terrazzo più elevato in quota presenta un profilo frastagliato e un'area a contorno subtriangolare, col vertice rivolto al fiume (base circa 600 m, altezza 500 m). In quest'area, nel pressi di C.da San Matteo, è stato localizzato un insediamento a ceramica Serra d'Alto e Diana con significative testimonianze anche dell'Eneolitico (GRAVINA, GENIOLA l978).
L'area che ha restituito la documentazione archeologica più interessante, individuabile fra quota 133 e 110 m s.l.m., è delimitata da due piccoli corsi d'acqua. il Canale delle Fontanelle e il Vallone Sfondato, alimentati da due sorgenti attive, fino a qualche anno fa, anche nei mesi estivi (fig. 1, 1).
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