Così come San Francesco nel restauro della piccola chiesa di San Damiano, nonostante la provenienza dell'ordine-invito, non si è preoccupato di creare una grande opera ma, con le forze di cui disponeva, ha apportato esclusivamente le riparazioni indispensabili, anche i Suoi seguaci hanno realizzato costruzioni semplici, che oggi potremmo definire "strettamente funzionali". A proposito di funzionalità, non bisogna dimenticare che, per i primi seguaci di San Francesco, l'obiettivo primario era la preghiera, con la quale essi intendevano raggiungere "la perfezione" nell'imitare Gesù Cristo. Nell'ipotesi che la preghiera possa essere paragonata ad una "telefonata" a Dio, potremmo tranquillamente affermare che, mentre noi, non appena composto il numero, scarichiamo subito la nostra lunga richiesta di benefici terreni, questi frati si limitavano ad assicurarsi dell'esistenza del segnale di linea: è l'unico modo per spiegare perché lo stato d'estasi era un avvenimento abbastanza comune fra di loro. A proposito di fra Bonaventura, il Cronologo scrive: "Ragionando di cose di spirito con alcuni religiosi una sera accanto al fuoco comune, Fra Bonaventura cominciò a infervorarsi, poi a un tratto perdette i sensi e non rinvenne per più ore. Un suo compagno, non capace dello spirito del Servo di Dio, dopo aver tentato invano di risvegliarlo, persuaso che fosse morto, andò a cercare del fratello laico infermiere, ma questo gli rispose tranquillamente: "Voi non conoscete quest'uomo; sappiate figliuolo che egli mena una vita più angelica che umana. Ora sarà rapito in qualche estasi: lasciatelo stare, che tornerà ai sensi quando Dio vorrà".
 Alla luce di quanto sopra, appare scontato che l'unica preoccupazione di questi costruttori era di realizzare ambienti idonei alla preghiera, anche per gli ospiti, e dobbiamo ammettere che ci riuscivano abbastanza bene. Dando un sguardo alla cartografia, ci rendiamo facilmente conto che il visitatore, dopo un chilometro, al bivio per il convento, trovava un bellissimo viale alberato, che negli anni quaranta non era ancora stato raggiunto dal centro urbano. Giunto al convento, per entrare in chiesa, il visitatore attraversa un portico dove era impossibile non sedersi per ammirare gli effetti di luce sul cotto, in un silenzio che non significa solo assenza di suoni.
 La Chiesa, costruita contemporaneamente al convento, fu consacrata il 13 giugno 1703 e dedicata alla Vergine delle Grazie, di cui troviamo, sull'altare maggiore, il miracoloso simulacro. Sull'episodio, connesso al quadro e ritenuto miracoloso, la fantasia popolare ha lavorato non poco. L'episodio ha avuto luogo all'epoca dell'invasione turca e, a lato dell'altare maggiore, un affresco ricorda l'avvenimento. Che il musulmano sia stato folgorato a morte, per aver lanciato la scimitarra contro il quadro o per averlo strappato dal muro per appropriarsi dell'oro di cui era ricoperto, poco importa, rimane il fatto che i compagni dello sventurato, terrorizzati, rinunciarono a razziare la vicina Chieuti, i cui abitanti, dal 1567, si recano in pellegrinaggio, per grazia ricevuta, presso il Santuario dei P.P.Cappuccini.
 Nel corso degli anni la chiesa è stata ristrutturata e modificata nei suoi arredi sacri ed in particolare va ricordato che:

  • nel 1926, Superiore P. Francesco da S. Giovanni Rotondo, viene pavimentata la chiesa e installato l'impianto elettrico e inoltre vengono acquistate le statue di S.Francesco e S.Antonio.
  • nel 1941, Superiore P. Ilario da Teano, viene sostituito l'altare di legno con uno di marmo di Gennaro Limatola di Foria. Il pittore Amedeo Trivisonno di Campobasso, coadiuvato dal pittore serrano Nicola Bucci, decora ed affresca la chiesa.
  • nel 1970, Superiore P. Eugenio da Montefusco, la chiesa diventa SANTUARIO e nel 72 PARROCCHIA.
  • il 2-7-1971 la splendida tavola ad olio di Francesco da Tolentino (che raffigura la Madonna delle Grazie, il Bambino e S.Giuseppe, incoronati dal pittore con delicate aureole dorate) subisce una nuova incoronazione posticcia che stravolge l'opera d'arte.
  • nel 1973-1976, il Superiore e Parroco, nonché esorcista, P.Cipriano De Meo da Serracapriola s'interessa della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del servo di Dio P. Matteo da Agnone, le cui spoglie riposano vicino all'altare maggiore della chiesa.
  • nel1991-1997, Superiore e Parroco P. Luigi Ciannilli, l'altare maggiore del Limatola viene smontato, rimontato e addossato alla parete terminale della chiesa. Il presbiterio viene pavimentato con granito e rinnovato il tamburo. Vengono sostituiti i vecchi banchi con i nuovi in castagno e eliminate le mense degli altari laterali per creare spazio. Infine viene rinnovato l'impianto dei microfoni e dell'illuminazione di tutta la chiesa.
  • nel1998. Con il Superiore e Assistente Regionale OFS P.Antonio Belpiede, la chiesa accoglie la nuova statua in legno del Beato Padre Pio giovane. Il 1° settembre1999, il convento cessa la sua attività parrocchiale e viene trasformato in Casa di Accoglienza.

La festa si celebra il 2 luglio e sono coinvolti nei riti liturgici anche i devotissimi chieutini. Nel 1987 P. Cipriano de Meo ha portato il miracoloso simulacro della Madonna delle Grazie in processione a Chieuti. La manifestazione parte dal convento, con l'insostituibile banda musicale e, coinvolgendo tutte le istituzioni religiose.