Da tutti era conosciuto come grande affrescatore di chiese. Eppure Amedeo Trivisonno, molisano, scomparso nel1995 all'età di 91anni, è stato anche un pittore straordinario di delicati interni borghesi, di ritratti, scene familiari e "intimità sospese", come le chiamava lui, già fuori dai canoni ottocenteschi (da cui pure proveniva) ma estraneo anche alle ventate furiose e retoriche delle avanguardie. I suoi toni delicati e intensi si riallacciano semmai a certa pittura inglese intimista alla Stanley Spencer, o, per restare in ambito italiano, a quella della Scuola romana. e Trivisonno ha preferito operare al di fuori del tracciato delle avanguardie e si è sempre defilato, ora, a cinque anni dalla morte, viene invece riscoperto. Mostre e volumi monografici ne esaltano la capacita di coniugare certa magniloquenza della pittura murale, poi ripresa da artisti come Sironi, Campigli e gli altri novecentisti, a un'intimità borghese di grande intensità emotiva. Nato a Campobasso nel1904,Trivisonno si è formato a Roma e a Firenze. Tra il1919 e il 1924 unisce gli studi sulla materia pittorica a quelli sul disegno: "Studiava l'anatomia con tale passione", ricorda una delle figlie, "da passare molte ore all'obitorio, assieme a un amico medico che lo faceva assistere alle autopsie". Sempre in quegli anni, prende lezioni di chimica per studiare le possibili combinazioni degli elementi e creare così una materia pittorica personale. La sua ossessione per la pittura murale comincia a Roma. Un amico, figlio d'un costruttore edile, gli permetteva di entrare nelle case in costruzione non ancora intonacate per esercitarsi nella tecnica dell'affresco. La sua vera e prima vocazione è quella di un artista che attraverso la pittura murale ha cercato innanzitutto di mettere in scena, come ha acutamente sottolineato Elena Pontiggia, "una meditazione sull'opera divina, sull'ordine soprannaturale che si riverbera nell'ordine naturale". Di famiglia agnostica, Trivisonno viene infatti folgorato in giovane età dalla fede cristiana, al punto da farne un motivo dominante di tutta la sua carriera. Raccontava di sentire veramente la forza della sua arte soltanto quando si trovava "in alto su quelle impalcature, con gli angeli e i santi".Questo entusiasmo per il messaggio cristiano ha portato l'artista a decorare moltissime chiese e cattedrali, soprattutto in Molise, con uno stile e una solarità che e, per dirla ancora con la Pontiggia, quella di un artista "apollineo o, se vogliamo, classico, pur innestando inizialmente la sua ricerca nel solco del realismo mediterraneo". Ma il suo stile è stato caratterizzato anche da una continua ricerca per una materia pittorica che fosse "potente e libera da ogni impaccio", una materia che, al contrario dell'olio (il quale "ti dà sempre l'affanno e lo scontento per quel suo grigio carico di tristezza"), permettesse di fare "una pittura veloce, non untuosa ma magra e luminosa". La materia, alla quale arriverà dopo studi e ricerche su testi quattrocenteschi, e che l'artista chiamerà "3 Isa", contiene uovo, aceto, olio di lino, acquaragia, glicerina e gomma arabica sciolte con acqua. Alla scoperta di questa personale formula e legato anche un episodio curioso, l'incontro con De Chirico, avvenuto a Milano nel1942. I due si trovano al caffè Cova, che allora era in piazza della Scala, e si scambiano segreti sulle ricette per dipingere. In seguito, il pittore molisano si sentirà defraudato: "Mi accorgo", scrive a un amico, "di aver trasmesso a De Chirico un valore che egli cercava. Sono pentito. Ma come si fa a essere furbi?". La carriera di Trivisonno è stata scandita da periodi di lavoro e anche di insegnamento in molte città d'Italia, da Napoli a Firenze, e anche all'estero (è stato al Cairo per molti anni, dal 1952 al1967). Fuori dal grande giro dell'arte, Trivisonno si considerava però un artista fortunato. 0 meglio, sentiva, come raccontava prendendosi un po' in giro, di poter "camminare sporgendo la pancia e con i pollici reggersi i pantaloni", per il fatto di essere riuscito a rappresentare in pittura ciò che sentiva, sia che si cimentasse con l'arte sacra, sia che si dedicasse alle scene di quieta intimità familiare. Quelle scene, insieme classiche ed estremamente moderne, che oggi vengono riscoperte e guardate come piccoli grandi capolavori dimenticati.

Il mercato. Dipinti e disegni. In occasione della mostra, appena conclusa, che ha toccato Firenze e Campobasso, è uscito il volume Amedeo Trivisonno, cartoni d'afresco1927-1939 (Polistampa, 84pagg., 20 mila lire). Le opere di Trivisonno sono state catalogate. Molte si trovano in collezioni private, ma alcune sono ancora reperibili sul mercato. Il prezzo degli oli varia dai4 milioni (cm 4Ox50) ai 15-20 delle tele più grandi. I disegni partono da 900 mila lire. Per informazioni, si può contattare lsabella Trivisonno (055-670806) e Maria Trivisonno (trivibuc@libero.it).