In poco più di un mese, per due volte ii Fortore ha rotto gli argini allagando campagne e distruggendo strade (pure la strada per Marina di Serracapriola, realizzata meno di un anno fa). Sull'accaduto anche una riunione straordinaria del Consiglio Provinciale a Serracapriola

Prima il 6 marzo, poi il 22 aprile: per due volte, in poco più di un mese, il fiume Fortore ha rotto gli argini portando con la sua enorme massa d'acqua distruzione e problemi alle strade e all'agricoltura della zona. Un fenomeno diventato non più un evento eccezionale, ma quasi "sistematico", che sta mettendo in ginocchio la nostra economia, che vive essenzialmente di agricoltura.
Con l'esondazione di Marzo ci stava scappando il morto. Quattro persone di Manfredonia erano rimaste intrappolate, in agro di Serracapriola, con la loro auto nel mezzo dell'esondazione. Per fortuna, dopo un lungo intervento, sono state messe in salvo grazie all'intervento di un volontario, Ulisse Marinelli, dei Vigili del Fuoco di San Severo e dei Carabinieri.
Quando il Fortore, ancora una volta anche per l'apertura controllata di alcune paratie della diga di Occhito, è tracimato il 22 Aprile i danni all'agricoltura ed alla viabilità sono stati ancora maggiori rispetto a quelli di Marzo. Oltre 3000 ettari di campi agricoli, già duramente provati e con il raccolto seriamente compromesso, hanno ricevuto un vero e proprio colpo di grazia, con la produzione dell'anno azzerata e quella futura pesantemente pregiudicata. La Statale 16 Adriatica è stata inondata di acqua e chiusa al traffico per lungo tempo. La tratta ferroviaria Termoli-San Severo, bloccata per giorni. Persino l'autostrada A/14, fra i caselli di San Severo-Termoli, è stata chiusa dalla sera del 22 Aprile sino al mattino del giorno dopo. Per diverse ore, file interminabili di tir ed auto hanno attraversato Serracapriola e Chieuti (dove fra l'altro si stava svolgendo la festa patronale in onore di San Giorgio martire) come non accadeva dai tempi in cui la Statale 16 attraversava il nostro paese. A risentirne, oltre che l'aria resa pesante dagli scarichi dei mezzi, anche le nostre strade, non idonee ad un traffico così intenso e pesante. Come se non bastasse, per ironia della sorte, dal pomeriggio del 23 Aprile sino alle prime ore della sera del 26, Serracapriola e Chieuti sono rimasti senza acqua potabile per un guasto (l’ennesimo!!) alla condotta principale dell'Acquedotto Pugliese, causato da un violento nubifragio. Un ulteriore passo indietro, per la memoria di tanti, è stato vedere in quei giorni le autobotti dell'Aqp in giro per il paese a distribuire acqua potabile ad abitazioni ed esercizi commerciali. Anche se in questo caso, forse, si è trattato di un evento davvero eccezionale che ha determinato il guasto, va detto che purtroppo, nonostante non siano mancati e non manchino continui appelli, richiami e proteste verso l'Aqp, perché ammodernizzi la rete principale di distribuzione dell'acqua potabile, così da evitare i frequenti guasti con relative interruzioni nella fornitura, o con riduzione di pressione nella erogazione, la situazione non migliora.
Per parlare delle esondazioni del Fortore, dei danni che queste hanno provocato e delle iniziative da intraprendere in merito, per la prima volta nella sua storia, su sollecitazione del sindaco, Marco Camporeale, la mattina del 27 Aprile, presso la sede della Scuola Media, il Consiglio Provinciale di Foggia si è riunito in seduta straordinaria a Serracapriola. Alla riunione, fra gli altri, erano presenti, oltre al nostro primo cittadino, anche i sindaci di Chieuti, Lucia Dardes, San Paolo di Civitate, Genny Perna, e di Torremaggiore, Alcide di Pumpo, il consigliere regionale Pino Lonigro, il Direttore Generale del Consorzio di Bonifica della Capitanata, Giuseppe d'Arcangelo. Nell'elenco degli invitati comparivano anche il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, alcuni assessori regionali, rappresentanti dell'Anci e dell'Autorità di Bacino del Fortore ed altri sindaci di comuni interessati dall'alluvione, che però non erano presenti. Al termine della discussione, durante la quale sono state ricordate anche alcune delibere della Giunta municipale di Serracapriola con le quali si protestava per le ripetute esondazioni del Fortore e si chiedevano interventi che evitassero il ripetersi del fenomeno al di là dell'individuazione di eventuali responsabilità nelle alluvioni, il Consiglio provinciale ha approvato all'unanimità un ordine del giorno con il quale è stato chiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale, oltre allo stanziamento di contributi economici da parte della Regione e del Governo per la zona colpita dall'esondazione del Fortore.
Insufficienti le misure adottate, a parere di diversi agricoltori presenti in sala, che fuori dalla riunione hanno protestato, sostenendo che la dichiarazione dello stato di calamità naturale di fatto azzera le responsabilità di Enti o strutture pubbliche o private, attribuendole "al caso", e assegna agli agricoltori danneggiati solo un "contentino" economico (che arriva a distanza anche di anni), alle volte appena sufficiente a pagare la parcella dei tecnici che stilano le perizie dei danni subiti.
Sul "banco degli imputati", fra i maggiori responsabili indicati, il Consorzio di Bonifica della Capitanata, per la cattiva manutenzione dell'alveo del fiume Fortore. Altro fattore indicato come possibile responsabile è la mancata realizzazione della diga di Piano dei Limiti; invaso fra Puglia e Molise giudicato da tutti "strategico" per evitare disastri come questi ultimi e per favorire l'agricoltura e l'approvvigionamento idrico della zona. Invaso la cui realizzazione, però, a detta di tutti i presenti, appare molto più difficile dopo la notizia della riduzione dei fondi stanziati dal Governo, giunta proprio nei giorni dell'alluvione.