A pochi giorni dalla scadenza (20.12.2000), prevista per la ricerca, è d'obbligo tirare alcune conclusioni.
  Non ho mai partecipato alle ricerche di interesse nazionale, non riuscendo ad immaginare una via di comunicazione, adeguata allo scambio di dati, tra ricercatori residenti a diversi chilometri di distanza. In questa occasione, accogliendo il gradito invito del prof. Luigi Mongiello, ho accettato sia per l'oggetto della ricerca, che mi vede impegnato da almeno venti anni, sia perché ho visto in Internet l'unica risposta risolutiva riguardo allo scambio di dati.
   Ho introdotto questa linea di ricerca con quanto affermato da mons. Pietro Amato, in occasione del convegno internazionale di "Fotogrammetria architettonica", tenutosi a Bari nel 1991: "La tutela non è un compito per pochi. Appartiene alla dignità dell'uomo e nessuno la può delegare. È importante che la si insegni e si diano gli strumenti. Il resto è la storia che racconterà della nostra cultura e della nostra spiritualità"
   Nel consuntivo non figurano retribuzioni o, comunque, spese per i ricercatori, in piena coerenza con l'affermazione sopra riportata. La documentazione e la tutela del territorio non può essere affidata a mercenari, i quali, impegnati nell'adorazione del "dio denaro", non hanno i requisiti richiesti dal lavoro di documentazione, che non può assolutamente ridursi a "fatica"! Se il parallelo aiuta a chiarire il concetto, si può dire che la documentazione del territorio è paragonabile al componimento, che non può ridursi al ruolo di "tema in classe", il più delle volte oggetto di un svolgimento non sentito, ma teso a soddisfare la mentalità del docente e "prendere un buon voto".
   Ciò premesso, va detto che la documentazione di Serracapriola, così come risulta in rete, è frutto dell'opera (durata un anno solare) di soli due ricercatori: il primo, residente in loco sin dalla nascita, profondo conoscitore dei luoghi documentati, ed il secondo operante in laboratorio.
   Anche se, a prima vista, la massa di informazioni può apparire notevole, essa risulta tutt'altro che sufficiente per qualsiasi intervento urbanistico. Se è vero che il centro urbano è da considerarsi un organismo vivente, bisogna prendere atto che l'individuazione di un male è la cosa più semplice, il difficile sta nell'individuare ed eliminare le cause che lo hanno prodotto, per conoscere le quali diventa indispensabile l'anamnesi. In medicina, generalmente, l'anamnesi è il frutto di un colloquio del medico con il paziente. In urbanistica, negli anni '80, nel laboratorio di quartiere, si è pensato ad assemblee di quartiere. Oggi, invece, ogni abitante ha la possibilità di comunicare qualsiasi tipo di informazione via rete, informazioni che opportunamente catalogate, possono risultare utili all'urbanista, al restauratore, al turista e, persino, al semplice cittadino.
   Con la possibilità di accedere ad Internet tramite il televisore, non saranno pochi coloro che, anche se residenti all'estero, a fronte di programmi televisivi scadenti, preferiranno visitare il sito del proprio paese, da cui potranno apprendere notizie relative al passato, al presente o a programmi futuri, con tutti i vantaggi dell'interattività.
   Indubbiamente rimane il problema relativo alla capacità di utilizzare attivamente Internet. Dando uno sguardo al mondo della scuola, il problema, nonostante gli sforzi compiuti dal Ministero, sembra lontano dalla soluzione. Nella scuola primaria e secondaria i docenti chiedono i corsi di aggiornamenti, mentre nell'università, dove si confonde troppo spesso il sito con l'indirizzo di posta elettronica, forse permane l'orgoglio e si fa appello all'età, ritenuta troppo avanzata per la nuova alfabetizzazione;.
   Ritengo che questa linea di ricerca abbia dato una risposta anche al problema dell'analfabetismo del 2000. I due, unici ricercatori impegnati, hanno superato entrambi i 60 anni. Il più anziano, da sempre affezionato alla propria sedia, ha sostituito il computer al camino e, invece di trascorrere il tempo a mettere legna nel fuoco, ha provveduto a mettere in rete i dati che arrivavano, via posta elettronica, da Serracapriola. Il secondo, forse, ancor oggi continua ad affermare (con convinzione) di non capire niente delle nuove tecnologie, ma, nel giro di un anno, si è dotato di modem, computer di ultima generazione e telecamera digitale e non si è ancora reso conto che le fotografie a 180°, di cui parla con disinvoltura e che continua ad inviare, non sono alla portata di tutti. Evidentemente nel 2000 rimane ancora valido il principio "volere è potere"
   Prima di chiudere, rimane l'ultima considerazione sui costi di produzione, che, in un rapporto costo-benefici, risultano irrisori. Sul piano ufficiale l'acquisto del computer, per il laboratorio, si è reso necessario per verificare su piattaforma PC le pagine elaborate su piattaforma Mac, ma a questi costi va data un'importanza simbolica, nel senso che l'attività di ricerca non può essere a costo zero. Per esempio, i risultati di questa linea di ricerca, con la disponibilità di un elicottero e la sistemazione di una o più WebCam nei punti strategici del paese, sarebbero stati senz'altro diversi. Rimane, comunque la consolazione di assistere, prima della conclusione della ricerca, all'attivazione del sito www.laportella.com del periodico più volte citato. Senza avanzare alcuna pretesa di aver contribuito o meno alla nascita, rimane la risposta a quanti hanno sempre affermato che "la carta stampata è sempre preferibile". Certo lascia perplessi il ".com" al posto di un indirizzo come "laportella.serracapriola.it", ma "è la storia che racconterà della nostra cultura e della nostra spiritualità".
   Tra i motivi di rammarico rimane il mancato confronto, via rete, con le altre unità di ricerca. Sin dall'infanzia, per verificare la bontà di una mia azione, ho sempre immaginato cosa sarebbe successo se la stessa azione fosse stata compiuta da tutti. In questo caso, credo che i risultati sarebbero stati senz'altro positivi.

Bari, 8 dicembre 2000