Gli echi della guerra attraverso il ritorno dei resti dei caduti
   
Un altro militare, caduto in guerra, torna nel suo paese natio. Il 12 luglio 2011 i resti mortali del soldato Agostino Giannubilo (figlio di Luigi e di Maria Annunziata Luisa Rubino e fratello di Antonio e Maria Giuseppa), nato a Serracapriola il 25 marzo 1910, deceduto per eventi bellici il 12 Febbraio 1943 nella II Guerra Mondiale e sepolto a Pantelleria, sono stati traslati dal Sacrario Militare di Bisceglie (BT), dove furono trasferiti nel 1972, al cimitero del suo comune di origine.
    A Pantelleria, piccola isola di 83 kmq e m. 836 s.l.m., ci fu nel giugno del 1942 la vera cruenta guerra, conosciuta come “battaglia di Pantelleria” dove nel maggio del 1943 iniziò la liberazione dell’Italia dal fascismo. L’isola venne bombardata pesantemente dagli americani e si arrese dopo un assedio di 35 giorni.
    La richiesta della traslazione del soldato caduto in questa isoletta della Sicilia (il cui nome e cognome risulta sulla lapide dei caduti della II G.M. posta nella chiesa della Trinità), accolta dal Commissariato Generale Onoranze Caduti in guerra del Ministero della Difesa, è stata fermamente voluta da Maria Concetta Giannubilo figlia di Antonio (1908 / 1990) e nipote di Agostino, che a sue spese si è impegnata per circa un anno, per avere nella tomba di famiglia i resti del caro zio.
    Nel Sacrario Militare di Bisceglie, da dove è stato traslato Agostino Giannubilo alla presenza di Maria Concetta, riposano 191 soldati caduti nella II guerra mondiale, ma molti di loro risultano ignoti nell’archivio informatico del comitato statale per le onoranze ai caduti.
    I resti del soldato, fante dell’esercito italiano, sono arrivati a Serracapriola in una cassetta di zinco coperta dal tricolore e deposti nella sala consiliare di Palazzo Arranga, sede del municipio, vegliati da parenti ed amici in attesa della cerimonia funebre.
    Il corteo funebre, a differenza di altre cerimonie simili dall’impronta militare con bandiere e picchetti d’onore, si è snodato dal municipio fino alla chiesa della Trinità con estrema semplicità di rito religioso. Erano presenti Maria Concetta Giannubilo che portava la cassetta dei resti dello zio, un rappresentante delle Pompe Funebri d’Orio con un cuscino di fiori, il parroco don Renato Orlando, il sindaco di Serracapriola Marco Camporeale, il Comandante della polizia municipale Giuseppe Castelnuovo, il vice sindaco Giuseppe D’Onofrio, il consigliere avv. Giuseppe D’Adamo, parenti ed amici.
    Davanti all’Ara Pacis della Trinità dove ci sono le lapidi dei Caduti della I e II Guerra Mondiale, posta la cassetta dei resti del nostro fante, si è svolta la cerimonia funebre con la Santa Messa e la benedizione. Don Renato, condannando ogni forma di guerra che porta solo morte e distruzione, ha ricordato il dolore per le giovani vite falciate dagli eventi bellici della II Guerra Mondiale, alleviato per noi credenti dalla certezza del loro trapasso in Cristo per la vita eterna.
    Il sindaco Marco Camporeale, fra le altre cose dette, cita la scritta che si trova davanti al cimitero militare “Il Sacrario custodisce i resti mortali dei caduti portati in patria dai dismessi cimiteri di guerra ovvero dalle tombe comuni reperite dalle delegazioni italiane” per indicare ai giovani il sacrificio dei Caduti e come monito per i governanti a riflettere sull’uso della guerra come strumento di offesa e di distruzione.
    Grazie all’interessamento dei parenti nel corso degli anni sono tornati al loro paese natio parecchi Caduti in guerra. Ne citiamo soltanto alcuni già resi noti da La Portella, dall’opuscolo “Amore Filiale”e dallo Zibaldone di Serracapriola.
    Ernesto Giannubilo (cugino del soldato Agostino Giannubilo), di Felice e di Teresa Picchione, nato a Serracapriola il 20-10-1922, deceduto a Zeithain (Lipsia) il 05-09-1944. I resti di questo soldato-autiere sono tornati a casa il 21 Febbraio 1992. Durante la cerimonia funebre, celebrata dal parroco don Michele Leccisotti, il caduto è stato ricordato da don Adamo D’Adamo e dal sindaco Antonio Cordisco.
    L’aviere Martino Cardascia, di Giorgio e di Teresa Russo, nato a Serracapriola il 27-09-1918 e deceduto il 29-06-1940 in Africa durante la II Guerra Mondiale è tornato nel suo paese natio il 22-10-2010 dal Sacrario dei Caduti di Oltremare di Bari. Erano presenti al rito funebre, celebrato dal parroco don Renato Orlando, il sindaco Marco Camporeale con alcuni consiglieri, il tenente colonnello dell’aeronautica Marino, il picchetto d’onore degli avieri, il maresciallo dei carabinieri, il comandante della polizia municipale Giuseppe Castelnuovo.
    Per molti familiari la traslazione dei resti dei propri cari caduti in guerra non sempre ha avuto esito positivo. Un esempio emblematico fu quello del sacerdote don Adamo D’Adamo (1915+2001) nato quando il padre Vincenzo (n.28-02-1881) partì per il fronte nella guerra del 1915-18 e morì il 27 marzo 1918, prigioniero nel campo militare di Milowik, in Cecoslovacchia, dove fu sepolto.
    Nel 1972 don Adamo fece domanda per poter visitare la tomba del padre ma ricevette risposta negativa dalla Cecoslovacchia anticlericale, di stretto regime comunista, perché era prete. Pur di raggiungere il suo scopo, essendo laureato in lettere, presentò domanda per recarsi in Cecoslovacchia per ragioni di studio con foto in abiti civili su un nuovo passaporto. Dopo tante traversie arrivò al cimitero di guerra di Milowik (oggi Milovice), allora campo militare russo e trovò la tomba del padre: D’Adamo Vincenzo fu Michelangelo e fu Balice Teresa, coniugato con Giannubilo Elvira. Ma….la beffa: il Governo Cecoslovacchio con una circolare concedeva ai familiari dei caduti stranieri di potersi riprendere le salme dai territori Cechi, tranne quelle del cimitero di Milovice.
    (notizie tratte da “Amore Filiale” di Mons. Adamo D’Adamo a ricordo dei 170 caduti in guerra e civili, Concittadini di Serracapriola, della I e II Guerra Mondiale.)