SERRACAPRIOLA  - ANNO  1987

Alla Federazione Italiana della Caccia- Sez. Prov.le, via G.Pepe –Foggia-
Al Ministero Agricoltura e Foreste –Roma-
All’Assessorato Caccia e Pesca –Regione Puglia- Bari-
All’Istituto Nazionale di Biologia della Selvaggina –Bologna-
Alla Procura della Repubblica di –Lucera-
Al Comitato Provinciale della Caccia- Presso Amm. Provinciale – Foggia –
Al Corpo Forestale C. S. di - Serracapriola -
Al Comando Stazione Carabinieri di -Serracapriola –
   
Oggetto: DISBOSCAMENTO IN CONTRADA CASTELLACCIO
   I sottoscritti cacciatori, residenti nel Comune di Serracapriola (FG) iscritti alle locali associazioni venatorie (Federazione Italiana della Caccia ed Enal Caccia) fanno presente a codeste Autorità quanto segue.
   Da diversi giorni si fa uso incontrollato di ruspe ed altri mezzi meccanici per abbattere la vegetazione forestale costituita prevalentemente di alberi secolari ad alto fusto che esistono lungo il fiume Fortore e precisamente nei cosiddetti “Arigoni” della contrada “Castellaccio” di questo agro.
   È in corso, quindi, una totale distruzione non solo degli alberi ad alto fusto, che da sempre esistono in quella zona e che si estendono su un terreno della superficie di circa quaranta ettari con caratteristica pianeggiante e ricca di vegetazione arborea, nonché delimitata dal fiume Fortore, ma soprattutto da flora e , quindi, da un habitat naturale estremamente favorevole per la vita e la riproduzione di qualsiasi specie di selvaggina stanziale e migratoria. Senza parlare che trattasi di zona di primaria e vitale importanza ecologica che va rigorosamente difesa.
   È la stessa zona che, in epoca poco lontana, fu ricca non soltanto di selvaggina comune, ma anche di altri selvatici importanti per i quali sarebbe doveroso provvedere al ripopolamento. 
   Pertanto se non ci saranno interventi decisi a stroncare questa barbarie contraria all’habitat boschivo, necessario alla vita della selvaggina stanziale e migratoria e alla conservazione dell’equilibrio ambientale.
   Giustamente, riguardo alle violazioni di norme in materia venatoria ci sono sanzioni pesanti. Per l’abbattimento di una cicogna, specie particolarmente protetta, vanno da un minimo di 500.000 lire ad un massimo di tre milioni, con revoca della licenza nel caso si tratti di un cacciatore. Inoltre recenti disposizioni della Corte di Cassazione incriminano per furto aggravato ai danni dello Stato chiunque abbatta indebitamente un animale selvatico.
   È evidente quindi la perplessità dei sottoscritti cacciatori, i quali, essendo da troppi anni testimoni del degrado forestale ed ambientale locale, si chiedono come mai possa realizzarsi impunemente lo scempio che espressamente denunciano e che viene effettuato nel totale disprezzo della legge. Considerando che vengono abbattuti nella località innanzi indicata decine di ettari di bosco col solo pretesto, interessato e fuorviante, di soddisfare ipotetiche esigenze agricole, mentre invece trattasi di danneggiare l’ecologia e distruggere tutte le specie di selvaggina esistente.
   Premesso quanto sopra, i sottoscritti ravvisano indispensabile ed urgente l’intervento di codeste autorità affinché venga salvaguardato un patrimonio comune, peraltro difeso da particolari disposizioni di legge! Nella ipotesi che gli interessati distruttori siano riusciti a carpire, come accade nella nostra zona, una qualsiasi autorizzazione o permesso, i sottoscritti chiedono alle autorità competenti l’immediato intervento di sospendere lo scempio e di provvedere con la massima urgenza alla revoca di qualsiasi permesso che si rivela contrario alle disposizioni di legge.
 
Con profondi ossequi            Il Presidente della sez. FIDC comunale di Serracapriola
                                                                         Ennio d’Amelio