Eravi inoltre fuori le mura dell'abitato un'Arciconfraternità denominata della SS.Trinità la quale godeva molti privilegi; ma decaduta dal suo primitivo splendore, non ha più fratelli. La chiesa era assistita da un eremita fino a pochi anni fa, ma oggidì ne prende cura un Canonico e quasi in ogni domenica vi si celebra la messa. Fra quadri che vi sono, richiama l'attenzione di tutti quello di S.Francesco di Paola estatico nella contemplazione dei divini misteri. (Giuseppe De Leonardis o.c.) La Trinità che ora è nell'ambito del paese, ai tempi di Tria era situata un quarto di miglia dalle mura di Serracapriola, sulla via che porta a Chieuti: restaurata da poco per devozione di popolo, aveva anche più stanze per un Eremita. Era una vera e propria Congrega, dove si riunivano i confratelli che indossavano mozzetta rossa: vi si celebrò messa fino al 1874. Lo stendardo rosso si conserva ancora ed è portato nelle processioni a ricordo del passato. Ora la Chiesa è abbandonata e tutta spoglia delle statue e degli arredi sacri. Così a volta a volta, servì di ricovero a poverelli che vi piantarono le loro abitazioni precarie, da teatro ai dilettanti del paese o a compagnie girovaghe, ed anche da riparo ad amanti. Dei cittadini volenterosi e devoti dicono di volerla riaccomodare ed aprire al culto, ma benché lo spirito religioso si risvegli spesso e li spinga anche a sacrifici di denaro l'ultimo sforzo, che dovrebbe essere il più grande, non si compie mai. Ora quel locale è adibito, ad uso di magazzino, dal Consorzio Agrario: chi sa col tempo cosa se ne farà: una Chiesa? Un Teatro? Un Palazzo? (Alfredo de Luca o.c.). Alessandro De Luca, già presidente della Congregazione di Carità, con Filippo Ricci ed Ernesto Gallo contrae un debito di £.4000 con il Banco di Puglia per restaurare e favorire la riapertura al culto della chiesa della SS. Trinità (Stanislao Ricci) Nel 1918 la Trinità fu riaperta al culto e nel 1950 per iniziativa del cappellano don Adamo D'Adamo è stata quasi completamente restaurata e decorata, con l'aggiunta di un nuovo campanile e sagrestia. Di notevole è l'Ara pacis ai caduti in guerra. Ha la Confraternita della morte con mozzetta nera (Mons.don Adamo D'Adamo). Il canonico Giuseppe Presutto dettò le epigrafi delle lapidi collocati nell'Ara Pacis della chiesa. Le lapidi furono realizzati con il contributo economico di privati cittadini e di associazioni locali, fra cui il T.O.M. che elargì parte dei proventi della rappresentazione teatrale del dramma Christus, svoltosi al teatro Palazzo nella settimana santa del 1956, ad iniziativa del cappuccino padre Lucio da Serracapriola (Stanislao Ricci) In questa chiesa, a causa di un malore improvviso, morì il sacerdote don Antonio Gallo (1938-1970) mentre celebrava la santa messa. Don Adamo D'Adamo, parroco di S.Maria in Silvis dal 1957, rinunciò alle funzioni di parroco nel 1974 per dedicarsi all'insegnamento. In seguito fu rettore della chiesa della Trinità finché le condizioni di salute glielo permisero. Attualmente don Renato Orlando, parroco delle parrocchie unificate di S.Maria in Silvis e S.Mercurio M., chiuse al culto per gli eventi sismici del 2002, celebra tutte le funzioni religiose nelle chiese: della Trinità (dove si commemora anche la festa di S.Fortunato) e di S.Angelo (dove si commemorano le feste dell'Incoronata e di S.Mercurio). |