Un breve ritratto di Antonino Maresca e le prospettive per il castello di Serracapriola dopo la morte dei duca
   
    «Antonino era nato a Napoli il 3 novembre 1924. E' deceduto a Bologna il 25 ottobre 2007. Secondo la sua volontà, la salma è stata cremata e l'urna con le ceneri portata a Napoli, nella chiesa di Montecalvario, dove c'è la cappella con il padre e altri suoi antenati.»
   
C'è tenerezza ed affetto negli occhi del marchese Carlo Maresca, mentre parla del cugino appena scomparso, Antonino Maresca Donnorso Correale Revertera, sesto duca di Serracapriola. Un titolo, quello di "duca di Serracapriola", ereditato ora da Nicola Maresca, altro cugino di Antonino, che diventa, così, il settimo duca di Serracapriola. Alla moglie del duca Antonino, la duchessa Nicoletta Maresca, ed alla sorella del defunto, Anna, invece, l'azienda agricola, il castello e le altre proprietà immobiliari.
    Ma chi era il duca Antonino Maresca? E che rapporto aveva con Serracapriola?
   
«In un certo senso è stato un "agricoltore per forza "- dice Carlo Maresca -Era pragmatico, essenziale, meticoloso nelle sue cose. Da giovane era destinato alla carriera diplomatica. Ma facendo di necessità virtù, si è dovuto occupare dell'azienda agricola di Serracapriola. Compito che, dopo le ovvie prime iniziali difficoltà, ha assolto nel migliore dei modi, anche con notevoli sacrifici dal punto di vista dell'impegno personale. Del resto Antonino viveva a Roma, ma per oltre 40 anni si è diviso, facendo la spola, fra Roma e Serracapriola. Paese al quale si sentiva, comunque, legato. Sia per la sua attività di "agricoltore ", che per il castello, che considerava parte integrante dell'azienda agricola a Serracapriola.»
   
Già: il castello. Che ne sarà ora?
    «Per Antonino il castello era un simbolo della famiglia Maresca. Ci teneva. Infatti è riuscito, anche con impegni economici non indifferenti, a salvaguardarlo, almeno per la parte dipendente da lui. Purtroppo, in realtà, per come è strutturato il castello non è facilmente visitabile, sia perché è vissuto come una casa, che per come sono concatenate e distribuite le stanze. Cosa che crea qualche difficoltà di gestione. Del resto, qualche episodio occasionale di piccoli furti durante le visite, purtroppo, si è registrato.»
    Se castello ed azienda agricola, in qualche modo sono un tutt'uno, significa, che, eventualmente, non saranno ceduti separatamente? Che resteranno, più o meno, così come sono... semplicemente con, un "cambio di mano"?
   
«Al momento non c'è nessuna volontà di vendere l'azienda, né tanto meno il castello. Sicuramente, la volontà dì Antonino era di una prosecuzione dell'attività dell'azienda in famiglia.»
    Questo significa che il castello continuerà ad essere gestito ed abitato da un Maresca? Magari lei, che negli ultimi tempi ha seguito l'attività dell'azienda ed è, in qualche maniera, del posto?
    «Credo questo sia un po' quello che Antonino voleva, come del resto più volte ha detto. Vedendo in me una sorta di continuità della famiglia sul territorio. »
    Ma lei non abita al castello?
    «Per ora no. Visto che tutti i fine settimana torno a Napoli, in famiglia. Un domani non è escluso.»
    Alle stesse condizioni del passato, quindi, il castello qualche volta potrà essere aperto a visite preventivate e limitate, soprattutto nel numero dei visitatori?
   
«L'intenzione, sicuramente, è quella di tenere questo contatto aperto con il paese. Soprattutto quando si tratti di ricerche storiche, o di iniziative culturali che valorizzano il paese ed il territorio. La nostra famiglia è disponibile in tal senso.»
    Con il duca Antonino, in una intervista a La Portella nel 1997, si era accennato anche all'ipotesi della costituzione di una fondazione "Maresca" per la gestione del castello, così da rendere più fruibile al pubblico il castello e legare ancora di più il nome dei Maresca a Serracapriola. E' una ipotesi ancora percorribile?
    «E' una cosa da valutare con prudenza. Certo per maggiore fruibilità, però, non si può intendere un uso inappropriato del castello. Non è escluso, comunque, che si possa trovare un modo per rendere il castello più ':fruibile" per la cittadinanza di Serracapriola.»