Dopo tante sollecitazioni, fatte più volte anche dalle pagine de "la Portella", anche Serracapriola, finalmente, ha il suo monumento ai caduti. A tutti i caduti, di tutte le guerre. Perché non esistono guerre buone o giuste e guerre brutte o cattive. Le guerre sono tutte brutte, ingiuste, cattive.... E' questo quello che ci dovrebbero dire quelle cinque colonne in bocciardato di pietra di Apricena spezzate e posizionate all'interno di una fontana trapezoidale in Piazza Martiri di Via Fani.
Cinque colonne, come cinque giovani vittime delta stupidità umana più assurda. Attraversate ciascuna da una fascia di rame rosso, come il sangue che scorreva forte e veloce nelle vene dei tanti di Serracapriola, così come di ogni parte del mondo, uccisi più dalla voglia di potere degli uomini che da un nemico da considerare tale solo perché con indosso la divisa di un altro colore.
"MONUMENTO A TUTTI CADUTI IN GUERRA. FONTANA DEI RICORDI", così c'è scritto sulla targa posta sulla fontana. Un popolo che non ha la memoria dei propri ricordi, difficilmente sarà mai davvero un popolo e ancor più difficilmente avrà mai un suo futuro. E la nostra fontana dei ricordi sta li proprio ad invitarci a non dimenticare.
Importa, ma non più di tanto, che per il recupero urbanistico dell'intera Piazza Martiri di Via Fani e per realizzare il monumento ai caduti sia stato impiegato materiale di prima scelta e che si sia, comunque, rientrati nei 100 milioni di lire preventivati. Non importa affatto, invece, che all'inaugurazione del monumento sia intervenuto, l'oramai ex sottosegretario ai Lavori Pubblici, Raffaele Morese. Non c'è piaciuto affatto il politico nazionale che nel suo breve discorso ha parlato quasi di caduti di serie A e caduti di serie B. I morti in guerra sono tutti tali ed uguali. Ed a tutti loro va portato il massimo rispetto, anche il 25 aprile, in campagna elettorale.
Un grazie sincero per la realizzazione del monumento ai caduti crediamo sia doveroso oltre che al sindaco, Michele Caccavone ed alla sua amministrazione comunale, ai due architetti serrani, Tilde Borrelli ed Enrico Valente che hanno progettato l'importante scultura riuscendo con essa a suscitare in ognuno forti ed intense emozioni.
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