Con la riforma statutaria del 1923, voluta da PioXI, veniva sciolta la vecchia Unione Popolare e l’Azione Cattolica Italiana veniva costituita in quattro sezioni: la Federazione Italiana degli Uomini Cattolici, la Società della Gioventù Cattolica Italiana, la FUCI, e l’Unione Femminile Cattolica Italiana che era costituita da tre associazioni (Unione Donne Cattoliche, Gioventù Femminile Cattolica, Universitarie Cattoliche). Nel 1925 sorgeva l’ICAS (Istituto Cattolico di Attività Sociali) che curava i problemi economico-sociali e sindacali, attività di studio ed iniziative come le Settimane sociali dei cattolici italiani.
Nel 1927, lo Stato fascista portava alla progressiva eliminazione di organizzazioni che non rispondessero alla ideologia del regime. Per cui la reazione del fascismo all’attiva presenza cattolica si manifestò nel 1931 con le violenze contro i circoli cattolici.
Con la fine del regime fascista e la ripresa della vita democratica le riforme statutarie del 1939-40 e del 1946 portarono l’Azione Cattolica ad avere un grande sviluppo organizzativo ed una presenza importante nella società italiana.
Con il pontificato di Giovanni XXIII ed il Concilio Vaticano II si avvertì la necessità di cambiare l’indirizzo centralistico, della mobilitazione e il modo di collocarsi nella Chiesa e nella società contemporanea.
Il papa Paolo VI sviluppò questo processo di rinnovamento e chiamò mons. Franco Costa assistente generale dell’A.C.I. e nel giugno del 1964 Vittorio Bachelet alla presidenza nazionale dell’associazione. Il rinnovamento portato avanti da questi uomini illuminati costituì il nuovo assetto organizzativo dell’Azione Cattolica. Il 10 ottobre 1969 Paolo VI approvò il nuovo Statuto, ispirato alla scelta religiosa, che rompeva la tradizione del collateralismo politico, distinguendo il soggetto ecclesiale dal soggetto politico (tratto da scritti di Francesco Malgeri).
l’Associazione venne organizzata in tre settori: 1° per gli adulti, 2° per i giovani, 3° per i minori A.C.R. (Azione Cattolica Ragazzi), attuata per la prima volta nel 1971.
A SERRACAPRIOLA l’Azione Cattolica parrocchiale segue ovviamente le direttive nazionali e diocesane con i parroci responsabili e i presidenti laici che si susseguono nel corso degli anni.
L’Azione Cattolica Maschile aveva la sede nella parrocchia di S.Mercurio M., nei locali attigui alla sagrestia. Vincenzo, Felice, Paolo de Marzio di Temistocle Ettore, nato il 19 luglio 1910 a Serracapriola, Giulio Gentile (27-02-1904/15-02-1998), la cui formazione si rifletterà sugli impegni politici locali, il sacerdote Michele Pastò (poi dal 1942 parroco e monsignore a Filadelfia–Stati Uniti d’America) ed il canonico don Peppe Presutto (14-03-1877/01-10-1954), noto per la sua cultura e disponibilità verso i giovani, fondarono a Serracapriola l’Azione Cattolica Maschile intitolata a “Giosuè Borsi” (1888-1915), giornalista e poeta, convertitosi al cattolicesimo nel 1921, anno in cui scrisse “Storia di Cristo”. Primiano Magnocavallo (23-04-1923+08-12-1968) fu dirigente diocesano di Azione Cattolica, oltre ad aver avuto incarichi politici importanti a livello locale e provinciale.
L’Azione Cattolica Femminile aveva la sede in via Agostino D’Adamo, civico 19, locale della parrocchia di S.Maria in Silvis, che accoglieva le adunanze delle iscritte dirette dal parroco e dalla presidente Elena Castelnuovo.
Elena Castelnuovo, di Vincenzo (1879/1935 - medico e podestà di Serracapriola dal 1930 al 1935) e di Natalia de Luca, nata a Serracapriola il 26 gennaio 1908 e deceduta il 10 gennaio 2002, a 93 anni, dedicò l’intera sua vita all’Azione Cattolica.
A 15 anni, nel 1923, Elena fece la scelta della sua vita: si iscrisse all’Azione Cattolica e si dedicò da laica, rimanendo nubile, all’apostolato religioso e sociale. A Serracapriola, dopo il passaggio alla Gioventù Femminile di Azione Cattolica, da presidente di questa associazione, assolse questo compito egregiamente finché le condizioni fisiche glielo permisero. Ricoprì cariche di grande responsabilità a livello diocesano, regionale e nazionale. Nell’attività socio-politica aderì attivamente al partito della Democrazia Cristiana facendo suoi gli ideali di don Sturzo, de Gasperi e La Pira.