Le libere elezioni sono sempre una delle massime espressioni di democrazia e partecipazione. Democrazia e partecipazione che portano alcuni a mettersi in gioco, sottoponendosi al giudizio degli elettori, altri a scegliere chi dovrà rappresentarli o amministrarli.
   Ogni elezione, pertanto, produce una divisione fra le parti. Divisione che può essere più o meno accentuata a seconda di come si è svolta la propaganda elettorale. Da un lato i sostenitori di una parte, di fronte i fiancheggiatori dell’altro schieramento. Alla fine, da una parte i vincitori, dall’altra i perdenti.
   Il primo compito dei principali “duellanti”, quindi, ad elezioni concluse, è quello di “pacificare le parti”. Temperando gli entusiasmi dei vincitori (o peggio ancora, eventuali sentimenti di rivalsa) e rassicurando gli sconfitti circa la loro “tutela”. Un compito che spetta principalmente al vincitore: quanto più importante e grande è la vittoria, tanto più difficile e significativo il suo compito.
Marco Camporeale e la sua lista hanno vinto le elezioni comunali del 28 e 29 maggio 2006. Una vittoria che non lascia dubbi e non ammette repliche per il numero di consensi elettorali ottenuti.
   Nel suo discorso d’insediamento, durante la prima riunione del nuovo consiglio comunale, il neo primo cittadino di Serracapriola ha detto di voler essere il sindaco di tutti i serrani: sia di quanti l’hanno votato che di quanti non l’hanno suffragato. Una dichiarazione che fa onore a chi l’ha fatta, ma che rappresenta anche un impegno preciso e un peso gravoso da sostenere. Non sarà facile, anche se non impossibile, per Camporeale, dimostrare davvero di essere il “sindaco di tutti”. Il rischio di apparire di parte è sempre in agguato. C’è sempre il pericolo che “l’altra parte” non capisca questa o quella scelta. Che le decisioni, quando non condivise, vengano intese come “di parte”. E c’è anche la possibilità, non affatto remota, anzi tutt’altro, che scelte e decisioni siano dettate proprio dall’essere comunque espressione di una parte politica e sociale. In questi casi sarà impossibile per Camporeale apparire il “sindaco di tutti”; anche in queste circostanze,però, resterà, tuttavia, il sindaco di tutti i serrani e di Serracapriola e come tale dovrà essere visto e riconosciuto sempre da tutti.
   A Camporeale ed alla sua squadra di governo cittadino è riservato anche un altro, ancora più gravoso, compito.
   Il 13 maggio 2001 gli elettori di Serracapriola diedero a Michele Caccavone ed alla sua coalizione un “premio” che mai prima (ad eccezione di Primiano Magnocavallo nel 1958) era stato assegnato ad amministratori del nostro paese: un doppio mandato elettorale consecutivo. La responsabilità era tanta ed era proporzionata alle attese.
   Il 28 e 29 maggio 2006, la grande maggioranza degli elettori di Serracapriola ha ritenuto che le attese non fossero state soddisfatte e che bisognasse “girare pagina”. In 1475 hanno dato la loro preferenza a Camporeale ed alla lista Casa delle Libertà. Quasi il 54 per cento dei 2.829 serrani che hanno votato. Una percentuale che se da un verso riempie giustamente di orgoglio il nuovo sindaco e la sua amministrazione, da un altro canto carica tutti loro di un peso enorme. Così come cinque anni fa, anche oggi le attese e le speranze riposte nella nuova amministrazione sono tante. Il nuovo sistema elettorale, che da una ventina di anni circa è in funzione nei comuni come il nostro, non lascia troppi alibi agli amministratori. Il sindaco può contare su una maggioranza più che qualificata: dodici consiglieri sui diciassette che compongono l’intero consiglio comunale.
   Il nostro augurio è che davvero Serracapriola riesca a “girare pagina”. Che il nostro paese possa tornare a crescere dal punto di vista occupazionale ed economico e possa migliorare ancora di più sotto l’aspetto culturale e sociale.
   Auguri, sindaco Camporeale. A lei, alla sua Amministrazione, a tutti gli eletti in consiglio comunale e, soprattutto, alla nostra amata Serracapriola.