"Il 20 ottobre 2002, gli elettori di Serracapriola saranno chiamati per la prima volta alle urne per un referendum cittadino. Il quesito del referendum è: "Siete favorevoli alla realizzazione di un centro di prima accoglienza per extracomunitari nel comune di Serracapriola? ".
A fare nascere la richiesta referendaria, firmata da 744 elettori serrani e promossa dai consiglieri di minoranza della lista "Rinnovamento e Sviluppo-Alleanza per Serracapriola", il protocollo dintesa sottoscritto il 10 aprile 2002 dal Comune di Serracapriola con lOrdine Francescano Secolare per la realizzazione nei locali dellex macello comunale di un centro di accoglienza per cittadini extracomunitari, protocollo del quale il consiglio comunale ha preso atto nella sua seduta del 14 maggio 2002 con il risultato della votazione finale di 11 Si e 4 No.
In merito ai referendum, lo statuto comunale, allarticolo 36, fra laltro prevede: "
Il consiglio comunale deve prendere atto del risultato della consultazione referendaria entro 60 giorni dalla proclamazione dei risultati e provvedere con atto formale
(
). Non si procede agli adempimenti del comma precedente se non ha partecipato alle consultazioni almeno la metà più uno degli aventi diritto. Il mancato ricevimento delle indicazioni approvate dai cittadini nella consultazione referendaria deve essere adeguatamente motivato e deliberato dalla maggioranza assoluta dei consiglieri comunali. Nel caso in cui la proposta, sottoposta a referendum sia approvata dalla maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, il consiglio comunale e la giunta non possono assumere decisioni contrastanti con essa."
LAmministrazione comunale, lOFS, il Vescovo e la Chiesa locale hanno invitato i serrani a non andare a votare. I promotori del referendum, invece, hanno invitato tutti a recarsi alle urne ed a dire no ad un centro di accoglienza a Serracapriola.
Alla data del 31 luglio 2002, gli iscritti nelle liste elettorali del comune di Serracapriola erano 4.685, di cui 2.265 maschi e 2.420 femmine.
Alle ultime elezioni comunali del 13 maggio 2001, gli elettori iscritti erano 4710 (2.283 maschi, 2.427 femmine), di questi si recarono alle urne 2.955 per una percentuale del 62,7%."
LA CAMPAGNA ELETTORALE Il comitato del SI al Centro di accoglienza ha distribuito volantini e il Messaggio del Vescovo di San Severo mons. Michele Seccia.
"Il referendum comunale del 20 ottobre 2002: un terremoto sociale e morale che ha diviso e frammentato la collettività di Serracapriola, oltre ogni previsione, "elevando agli onori della cronaca nazionale" il nostro paese" (dal commento alla copertina de "la Portella" del 17-11-2002). Si sono occupati della "faccenda" i quotidiani, LA REPUBBLICA, LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, il settimanale FAMIGLIA CRISTIANA, ecc.
Da la Portella del 17-11-2002 - La Redazione IL REFERENDUM CHE HA DIVISO
Il 20 ottobre 2002 è una data che di diritto è entrata a far parte della storia di Serracapriola. Il referendum comunale sulla realizzazione o meno nel nostro paese di un centro di prima accoglienza per cittadini extracomunitari è stato un evento che ha lasciato un segno. Qualcosa di più che un semplice episodio nella vita sociale e politica serrana. Un fatto che ha creato delle vere e proprie lacerazioni nel già non forte nostro tessuto cittadino. Non sarà facile ricucire i tanti strappi che la vicenda ha provocato nelle varie associazioni, nei gruppi, e per alcuni versi nella stessa Chiesa, se è vero come è vero che tanti cattolici hanno duramente ed apertamente contestato loperato e la posizione del Vescovo e della Chiesa
(
..).
Dopo il risultato del referendum, sia i promotori dello stesso che lamministrazione comunale hanno dichiarato di aver vinto la singolare competizione elettorale.
I primi si sono detti soddisfatti e vincenti per aver portato alle urne 1.570 elettori serrani.
I secondi hanno detto di aver vinto perché il numero dei non votanti è stato nettamente superiore a quello dei votanti, rendendo di fatto, dal punto di vista amministrativo, nullo il risultato del referendum.
Alla luce dei fatti, però, crediamo che nessuno possa cantare davvero vittoria, ma che il nostro paese necessiti di una nuova evangelizzazione e di un riacculturamento
dopo di che sarà possibile pensare davvero ad una riappacificazione e ad una vera ripresa del dialogo e del confronto democratico, civile e cristiano.
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