Si disse subito che a provocare i tumulti sul Comune, tumulti
che fornirono al Prefetto il pretesto per lo scioglimento dell'Amministrazione
democratica erano stati i fascisti. Forse era vero perché
gli avvenimenti nazionali prevedevano che i Comuni fossero retti
da Amministrazioni podestarili.
Così fu chiamato a reggere il Comune in qualità
di Regio Commissario, il 25 agosto 1926 e poi di Podestà
il 22 marzo 1927 il notaio Matteo Falcone.
Poiché non risulta che il notaio Falcone si sia mai interessato
alle lotte combattutesi in precedenza per la conquista della
locale Amministrazione si deve ritenere che l'oneroso ed onorifico
incarico fu conferito, per riconoscenza del Partito, al padre
di un Caduto.
Era infatti il padre del fascista Michele, un giovane studente
universitario, ucciso a Viterbo dagli avversari politici mentre
partecipava ad una spedizione squadristica partita da Roma.
Nel corso dell'Amministrazione Falcone cominciarono a concretizzarsi
i deliberata della precedente Amministrazione Castriota. Furono
infatti appaltati ed iniziati i lavori per la costruzione del
macello comunale ubicato nei pressi del convento dei cappuccini.
Si era nel 1929 ed era la prima opera importante che si andava
a realizzare dal dopoguerra.
Nello stesso 1929 veniva deliberata la cessione della concessione
della fornitura dell'energia elettrica alla ben robusta Unione
Esercizi Elettrici che garantiva un miglior servizio e sempre
nel 29 veniva deliberato il completamento dei lavori di costruzione
delle due ali dell'edificio scolastico con la definitiva approvazione
del progetto esecutivo redatto dall'Ing. Grassi di Torremaggiore.
Uomo deciso e di azione, non facilmente influenzabile, il notaio
Falcone si era man mano alienato l'accordo con i locali dirigenti
del Partito e della Milizia che richiesero alle Autorità
l'allontanamento del Podestà.
Il primo Podestà di Serracapriola cessava le sue funzioni
nell'ottobre del 1929.
A sostituirlo, in qualità di Cornmissario prefettizio,
riceveva l'incarico il funzionario della Prefettura di Foggia
rag. Balsamo che durava fino a fine aprile del 1930.
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