Erano le prime elezioni che concedevano il voto anche agli analfabeti
in base alla legge Giolitti del 1912 del suffragio universale.
Si affacciava alla ribalta della scena politica il partito Socialista
forte del voto di massa e dello scontento popolare conseguente
al disordine ed alla disoccupazione. I partiti tradizionali capeggiati
rispettivamente dal dott. Luigi Gatta e dall'avv. Alfredo de Luca,
preside della Provincia si coalizzarono per combattere il partito
socialista capitanato da Attilio Centuori, che gestiva con i fratelli
un molino per il grano ed un trappeto per l'estrazione dell'olio,
coadiuvato da attivi elementi forestieri. La competizione fu subito
aspra, combattuta con tutti i mezzi fino al limite del lecito.
I comizi all'aperto si tenevano nella piazzetta Umberto I°.
Gli uni parlavano da un balcone, i socialisti da una bancarella
completamente fasciata di rosso. Una sera, mentre parlava un candidato
dei partiti tradizionali, ci fu una contestazione degli avversari.
Dal balcone fu scagliata una brocca con tutto il suo contenuto
di acqua. Ci fu un fuggi fuggi generale e ci furono pure dei colpi
di arma da fuoco, probabilmente sparati in aria dalla forza pubblica
presente, che causarono un ferito fortunatamente non grave. Il
buon senso ebbe successivamente la meglio e le votazioni si svolsero
nella più perfetta regolarita.
Vinse la lista socialista che conquistò la maggioranza
di sedici seggi contro i quattro assegnati alla minoranza. I
due partiti tradizionali per la prima volta dovettero rinunziare
al governo delle sorti del paese.
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