Il sindaco Pasquale de Luca, subentrò al fratello dimissionario, Pietro, il 15 settembre 1910. La sua amministrazione, fu turbata pochi mesi dopo l'immissione in carica da un fattaccio assai grave: l'occupazione e la devastazione della sede comunale da parte di una folla inferocita.
Al proposito è bene riportare fedelmente quanto descritto dall'impiegato Alessandro D'Adamo, nel già citato manoscritto "IL FILM DELLA VITA AMMINISTRATIVA DEL COMUNE DI SERRACAPRIOLA". Nel suo stile colorito. "Mentre la barca municipale navigava così tranquilla nelle quiete acque, ecco apparire all'orizzonte una nube foriera di tempesta.
INVASIONE DEGLI UFFICI E DISTRUZIONE DI DOCUMENTI.
Fu nel sette febbraio dell'anno 1911 che un gruppo di persone, seguite da mocciosi ragazzi e da donne discinte, certo non di fama, istigate non si era saputo bene da chi, e precedute da un Commissario di Pubblica Sicurezza, il quale cercava con buoni modi di fare sciogliere quel gruppo invadeva il palazzo Municipale.
"Per un banale motivo, si diceva a scopo religioso (si volevano far depositare due bare nella Chiesa di S. Angelo) quelle persone di indole malvagia, bruciarono e distrussero mobili, nonché documenti esistenti negli archivi.
"Ricordo che con voluttà satanica, quelle persone incoscenti lanciavano dai balconi e finestre tutta ciò che capitava tra le loro mani: vi erano poi altre persone che sulla via sottostante davano fuoco ad ogni cosa che veniva buttata giù. Andarono distrutti quasi tutti i registri del Catasto, un vero patrimonio dei cittadini; distrutti ancora i registri contabili, i volumi delle leggi e decreti, parecchi registri dello Stato Civile, quelli di un'epoca remota (Anni 1808 e l809 ed anni seguenti) non molti, i quali erano custoditi in un piccolo scaffale. Fu una vera fortuna che fra i dimostranti, al dire delle persone, si era trovato un uomo di buon senso, perché con le braccia aperte (a croce) aveva bloccato addirittura un altro scaffale che conteneva i registri più recenti dello Stato Civile, dicendo a quei forsennati di non toccarli perché sarebbe stato una rovina per tutto il popolo. Ciò è vero, perche per estrarre una copia di atto di nascita, di matrimonio o di morte, ogni interessato si sarebbe dovuto recare al Tribunale (di Lucera) per richiedere al Cancelliere il rilascio di tali documenti con l'aggravio di ogni spesa e fastidio. Al momento dell'invasione degli uffici, scrive sempre il D'Adamo - io mi trovavo al posto di lavoro.
"Poco tempo prima erano saliti sul palazzo Municipale, provenienti da Chieuti, il Medico Provinciale ed il dott. Giorgio Maurea, i quali videro quella gente minacciosa cercarono di andarsene, ed il dott. Maurea, per precauzione, scese le scale con la pistola in pugno.
"Io e l'altro impiegato Michele de Luca, avevamo cercato di fare opera di persuasione presso i dimostranti per non far distruggere registri ed altri documenti. Quando pero avevamo visto che ogni consiglio non raggiungeva il suo fine, abbandonando gli uffici avevamo cercato di uscire, non senza raccomandare al messo Giuseppe Preziosi di lasciare anch'egli il suo posto. Nello scendere e fra le scale, avevamo incontrato un uomo anziano, il quale ci apostrofava con parolacce.
"La baldoria era durata per altro poco tempo e dopo che lo sfogo di quella gente ebbe termine, un triste quadro si era presentato alla vista di ognuno. Il palazzo Municipale che prima era tutto abbellito e ripulito sia nel prospetto estemo con i suoi luminosi quadranti dell'orologio, sia nelle sale interne degli uffici, era restato affumicato e lordato. Dovunque si vedeva carta bruciata, libri semidistrutti, vetri infranti, scaffali e scrittoi rotti e tagliati con la scure.
"Cessata la tempesta, si era fatto di tutto per salvare il salvabile.
"Sul posto si era recato subito il Sottoprefetto di Sansevero il quale riprovando solennemente l'atto insano aveva consigliato di riordinare gli uffici.
"Si erano pertanto operati vari arresti di persone. Dopo pochi giorni si erano riuniti i consiglieri in seduta plenaria, i quali, udita la relazione del Presidente, che con parole roventi aveva stimmatizzato e deplorato i fatti accaduti che portarono al saccheggio degli uffici, con voti unanimi avevano deliberato di intentare giudizio contro chi aveva tanto osato.
"Gli uffici vennero, in seguito, riordinati e sistemati nel miglior modo possibile, ma mancarono i libri distrutti e bruciati, come innanzi si è scritto.
Il Sig. Pasquale de Luca cessava da quella carica nel 15 aprile del 1913, ma riconfermato nell'aprile dello scorso anno, la manteneva fino al luglio dell'anno 1914.
"Durante la sua gestione si eseguirono vari lavori degni: quelli per la sistemazione del Corso Garibaldi, per la via dei Pozzi e Nuovo rione.
"Il Signor Pasquale De Luca,molto si era interessato per il prestito occorrente per la costruzione dell'edificio scolastico".
Fin qui il D'Adamo, come fedelmente trascritto.