Il 6-13 novembre 1904, gli italiani votarono per il rinnovo del
Parlamento nazionale (XXII legislatura). Nel collegio di San Severo,
comprendente i comuni di Casalnuovo Monterotaro, Castelnuovo della
Daunia, Pietra Montecorvino, San Paolo di Civitate, Serracapriola,
Chieuti, Isole Tremiti e Torremaggiore, venne eletto il dott.
Antonio Masselli (voti 1702), contrapposto al prof. Raffaele Fraccacreta
(voti 1391). I candidati trombati nelle circoscrizioni di Foggia,
San Severo e Sannicandro Garganico, contestarono le convalide
dei deputati Pietro Castellino, Domenico Zaccagnino e dello stesso
Masselli, fortemente sospettati di aver carpito suffragi all'elettorato
con abusi e imbrogli. Per far luce su quanto denunziato dalla
pubblica opinione, la Giunta per le elezioni della Camera nominò
una commissione d'inchiesta per il collegio di San Severo. Fu
la scintilla che fece esplodere gli animi infiammati degli elettori
di Capitanata e diede la stura a tensioni e tafferugli fra le
fazioni politiche avversarie, a San Paolo di Civitate (16 gennaio
1905) e Chieuti (8 e 9 marzo 1905).
La violenza in Serracapriola dilagò violenta l'8 dicembre
1904. Fra i serrani lo sconfitto
Fraccacreta annoverava numerosi sostenitori. Molti di loro, scesi
in piazza, tentarono di invadere "Palazzo Arranga" per
reclamare le dimissioni degli amministratori comunali rei, a quanto
si diceva, di aver tollerato i brogli elettorali a favore del
Masselli. Durante la dimostrazione, un manifestante indigeno,
tale R. Marinucci, che aveva sparato un colpo di pistola in aria
davanti al municipio, venne spedito dalla benemerita in una cella
delle patrie carceri (soppresse nel 1991). I partigiani di Fraccacreta, insieme bottegai,
borghesi e proletari, protestarono energicamente per il provvedimento
restrittivo messo in atto dai Carabinieri reali nei confronti
del Marinucci. La rabbia di quell'accolta di uomini passionali
e decisi si spostò innanzi alla Caserma CC. che venne bersagliata
da una fitta sassaiuola.
I militari dell' Arma, schioppettando dalle finestre del loro
edificio riuscirono, a fatica, a disperdere i dimostranti e a
ristabilire l'ordine pubblico in Serracapriola. Il giorno successivo
- 9 dicembre 1904 - per i manifestanti rivelatisi più focosi
arrivò il "redde rationem": le manette suonarono,
come nacchere di flamenco, per tredici di loro che vennero deferiti
all'autorita giudiziaria per "resistenza e ribelione all'Arma
dei Carabinieri".
Fiorirono all'epoca mottetti dileggianti. Si ricorda ancora
il seguente:
"Fraccacrét, 'mmass a crét, |
Fraccacreta impasta la creta |
e ca crét 'mpast i matun, |
e con la creta realizza i mattoni |
chi matun, ce fé u palazz', |
con i mattoni si costruisce il palazzo |
e Massell' ce magn'u c...". |
e Masselli ci mangia.....) |
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