Ferdinando I d'Aragona migliorò le razze ovine con l'importazione della pecora Gentile dalla Spagna. Questa razza, che si pensa dovesse già preesistere da noi, poi diffusasi nella Puglia venne chiamata la Gentile di Puglia. II tipo genetico di più diffuso riferimento per diversi secoli. Per la sua forza reggeva alle fatiche della transumanza, produceva lana di buona qualità e come affermava un osservatore del tempo "le sue carni sono gustose e odorose e non con nausea pecorina". Nel 700 la lana si otteneva dalle cosiddette "pecore di steppa" dal vello rado, per cui la produzione era scarsa. Nell'800 attraverso gli incroci con le razze importate merinos e rambouillet dal vello compatto la produzione raddoppiò anche qualitativamente. Intanto le razze autoctone come la capra garganica, oggi in estinzione, conservavano la loro identità grazie ai pascoli e all'habitat ancora integri. I Maresca, i Finizio, i Magnacca, i De Luca, i Pettulli, i Giuliani, gli Alberico erano i maggiori proprietari di mandrie di pecore, di vacche e di bestiame in genere. Gli armenti erano tenuti allo stato brado. La maggior parte dei pastori, chiamati Marchitti, alle dipendenze dei proprietari era della provincia di Teramo. Gli altri erano abruzzesi o molisani.
Lungo il tratturo o per il pascolo il cane e il manzo erano gli indispensabili collaboratori dei pastori. Il primo ubbidiva agli ordini del padrone per tenere unita la morra, che poteva arrivare a 357 animali. Il secondo, un agnello castrato, era il capo-fila del gregge. Veniva riconosciuto da tre ciuffi di lana (legati con nastri colorati quando si tornava in paese) lasciati durante la tosatura. Il pastore conosceva la diversità dei suoi pupilli: i montoni, zurr; quelli non più attivi, serroni; le pecore fecondate, recchierelle; quelle di primo parto, fellate,. quelle sterili, sorde; quelle lattifere, lattare; non lattifere, sterpe; gli agnelli, ajne, distinti in primaticci (i più richiesti), vernarecci, cordeschi, muracchi; di un anno diventavano ciavarrini, due anni ciavarri; tre anni pecora; sette anni pecora vecchia. La vita della pecora poteva arrivare a 13 anni.