LE REGOLE del dialetto serrano
Cénce
dal n.2 anno VIII de "La Portella "Giuseppe Gentile

  1. Cénce (o céncele) n. m. — Cencio — Pezzo di stoffa vecchia e inutile, brandello. Dal latino cincius.
  2. Cencione, n. m. — Accrescitivo di Cènce col suo stesso significato. Riferito in particolare a un vestito dimesso. Jitte stu cencione (butta via questo cencio); in riferimento a un capo d’ abbigliamento o altro, logoro e vecchio.
  3. Cènciose — Smorfiosa — Vezzosa. Il Boccaccio, riferendosi probabilmente a Fiammetta, scrisse "Quelli (i capelli) sopra il dilicato collo ricadendo, più la fanno cianciosa". Cènciuse — Smorfioso — Vezzoso. Deriva da Ciance — Smorfia.
  4. Cenciunère, n. m. — Straccivendolo — Ambulante, che, andando in giro per il paese, ritirava dai clienti i cenci e i capelli, barattandoli con altra merce.




























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