Un secolo di vita per la nonnina di Serracapriola che dice di vivere serena e di sperare di continuare ancora nel cammino delia vita
Lucia Orlando, vedova di Alfonso Orlando, deceduto il 22 ottobre 1996 all'età di 92 anni, è nata a Serracapriola il 27 luglio 1905. Ha avuto otto figli, di cui uno le è mancato quando aveva appena nove mesi. Gli altri sette (Vincenza, Antonia, Maria, Gabriele, Alberto, Giselda, Teresa) sono tutti felicemente sposati con prole. Oggi Lucia ha 17 nipoti, 21 pronipoti e 2 figli di pronipoti. La sua casa è il punto di riferimento e d'incontro di tutta la famiglia Orlando. Una famiglia unita che vive nella semplicità i valori immutabili della cristianità. A pochi giorni dal compleanno la centenaria ha così risposto alle nostre domande.

    Cento anni sono tanti! Le pesano?
No, assolutamente! Sono serena e spero di continuare il cammino della vita.

   Come ricorda i suoi genitori?
Custodisco gelosamente la foto dei miei genitori. Rimasi orfana di mio padre, Vincenzo Orlando, a tre anni. Mia madre, Antonietta Castelnuovo, sposò poi in seconde nozze Alberto Orlando.

    Come ha conosciuto suo marito?
A sedici anni ho conosciuto Alfonso nella casa paterna, ma non mi accorgevo delle sue attenzioni nei miei confronti. Una curiosità: Vincenzo, Alberto e Alfonso che portano lo stesso cognome Orlando non erano parenti fra di loro. Lo sono diventati per pura coincidenza.

    A che età e in quale chiesa si è sposata?
Io avevo 17 anni e Alfonso 18. Ci ha uniti in matrimonio l'arciprete don Luigi Centuori nella chiesa di S. Mercurio. I mobili della nostra casa, dove tutt'ora mi piace vivere, furono realizzati da un falegname di Torremaggiore detto Giuvannelupe.

   Come si è svolta la festa di nozze?
In modo molto semplice. Abbiamo consumato in casa con pochi invitati il pranzo di nozze, preparato da mia madre.

   Oltre all'attività di madre e casalinga quale altro lavoro ha fatto?
In casa facevo tutto io, dalla cucina al bucato (quantè tine de pann ... ) e aiutavo mio marito nei lavori dei campi. Alfonso era agricoltore e carrettiere (trèinére), trasportava per conto terzi il grano con il carretto.

    Tra i tanti ricordi, quali i più belli?
Le nozze dei miei figli e la nascita dei nipoti e pronipoti.

   I ricordi più tristi?
La morte di mio marito, nel 1996, e quella di mio figlio Gabriele, deceduto a Milano nel 1998 in un incidente automobilistico.

   Il desiderio che non ha mai potuto soddisfare?
Non ho avuto mai la possibilità di andare a trovare mia sorella Iole nel Venezuela.

   Il segreto della sua longevità?
La buona salute, la serenità e l'affetto dei miei figli. Non eccedo nel mangiare. Non mi faccio mancare un buon bicchiere di vino a pranzo. Ceno con latte e biscotti.

   Quali sono le sue paure?
Non ho paura di niente, perché ho fede in Dio. Vedo girare nella mia casa "le anime sante del Purgatorio ".

   Le piace cucinare?
Certo! Mi piace preparare le orecchiette al sugo fatte con le mie mani.

   Come trascorre la giornata?
Mi alzo facendomi il segno di croce. Quando sono sola mi raccolgo in preghiera. Spesso mi viene a trovare il parroco don Renato Orlando. Sono pii
contenta nelle ore pomeridiane e la sera quando sono in compagnia di familiari e amici. Mi piace guardare la TV: preferisco RAI I e la trasmissione "La vita in diretta" condotta da Cucuzza. Di notte mi protegge la Madonnina di Lourdes a cui sono devota, mio figlio Gabriele mi ha regalato la sua immagine con l'acqua miracolosa. So che "...al ciel, al ciel, al ciel, andrò a vederla un dì".

    Di questa società cosa non le piace e cosa condivide?
Jè tutt nà sckefézz: libertinaggio, corruzione, tradimenti, convivenze, separazioni, famiglie distrutte dai divorzi... Vorrei un benessere inteso come aiuto reciproco.