Il capostipite della famiglia Tiberi, Carlo, originario di Tornimparte, un comune di m. 850 s.l.m. della provincia dell’Aquila, ad oggi di 2.986 abitanti, emigrò nel 1874 a Serracapriola. Coniugato con Giuseppina Palmieri ebbe tre figli: Giovanni, Pasquale e Natalia. 
   Giovanni (07/06/1891-20/10/1974), affittuario dei terreni e uomo di fiducia del latifondista Nicola Stevens, residente a Napoli, con il lavoro ed i sacrifici riuscì ad acquistare in contrada Ischia San Marzano Inferiore alcuni ettari di terreno dal suo datore di lavoro che, conoscendo le sue doti morali di onestà e laboriosità, gli diede la procura generale per la vendita di ulteriori terreni ad altri acquirenti.
   Giovanni, coniugato con Maria Vincenza Figliola (07/08/1891-05/12/1968) ebbe sette figli: Carlo (20/04/1922-11/02/2005), Maria Carmela (08/10/1923-12/06/2013), Pasquale (1925+1947), Domenico (n.30/06/1929), Fortunato Armando (n.07/05/1932), Giuseppina (n.17/01/1934), Rita (19/05/1935-02/01/1985).  
   La forza lavoro aumentava e con essa anche la proprietà terriera della famiglia patriarcale Tiberi. I figli maschi si accasarono e i rampolli eredi formando le loro famiglie continuano il mestiere dei padri:

  • Giovanni (n.07-06-1963), di Domenico e di Maria Vincenza di Siro, con 25 ettari di terreno compreso l’oliveto;
  • Giovanni (n.26-06-1980), perito agrario, di Fortunato e di Esterina D’Orio, con ha 35 di terreno seminativo (grano, girasole, piselli, coriandolo) e ha 4 di oliveti di cui ha 2,5 a coltura intensiva con olivi spagnoli;
  • i fratelli Giovanni (n.15-07-1962), Antonio (n.22-11-1964) e Mauro (n.10-01-1966 - Consigliere dal 2001 del Consiglio di Amministrazione della coop. Frentana, presidente Francesco Giannubilo), figli di Carlo e Anna Rita Di Nardo, conducono in società 40 ettari di terreno seminativo di cui ha 25 a grano, ha 3 asparagi e ortaggi, ha 5 di  oliveto di cui ha 2,5 a coltura intensiva con olivi spagnoli (coltura intensiva che si sta diffondendo nell’agro serrano, a discapito del nostro prodotto autoctono).

   Oltre all’attività agricola i tre fratelli Tiberi, uniti in società, e il cugino Giovanni di Fortunato, ad Ischia San Marzano Inferiore, nella loro masseria, dove c’è l’antica casetta e un cavallo murgese puro sangue, curato amorevolmente da Giovanni, allevano polli per conto della ditta Francesco Amadori. L’attività dei Tiberi come riproduttori di pollame iniziò nel gennaio 2004, dopo l’installazione di due capannoni, della capienza di 11.000 polli cadauno.
   La riproduzione è la prima fase della filiera Amadori e anche la più impegnativa. Arrivano alla masseria dei Tiberi polli (galli e galline) di 20-21 settimane di vita. A 23 settimane inizia la deposizione delle uova. Ogni carico, di circa 80.000 uova incubabili, viene ritirato e portato all’incubatoio di Teramo, dove avviene la nascita dei pulcini. Nella terza fase, i pulcini nati vanno smistati nei vari allevamenti del sub Appennino Dauno, dove razzolano liberamente ed anche all’aperto, in questo caso selezionati come polli campesi Amadori. Dopo un anno i polli della riproduzione vengono ritirati e portati al mattatoio per la trasformazione.
   Per tutelare la salute dei polli, controllati scrupolosamente anche contro i rischi delle epidemie, esperti nutrizionisti nei mangifici propri della ditta miscelano grano, mais, soia e sali minerali per diete equilibrate. 
   In Capitanata il gruppo Amadori in 13 anni (dal 2001 ad oggi) ha prodotto 7 milioni e mezzo di capi all’anno con 100 lavoratori. In particolare sui Monti Dauni ha trovato le condizioni climatiche ideali, con inverni miti ed estati calde e secche, per i suoi 83 allevamenti dislocati nel foggiano, riuscendo questa volta a coinvolgere anche Serracapriola con i due allevamenti dei Tiberi a differenza dell’esperienza negativa di 23 anni fa per la mancata realizzazione di una porcilaia.  
   Non possiamo non ricordare l’anno 1990-91, in cui il sindaco di allora Antonio Cordisco diede la concessione edilizia n.635 del 02-08-1990 per la realizzazione da parte di Amadori di un allevamento di suini da ingrasso a ciclo aperto in località Pozzo Murato sui terreni di Laura Castelnuovo di Raffaele. 
   La Lega Ambiente di Serracapriola, sorta da poco, presidente Antonio de Martino, subito si attivò a sensibilizzare i coltivatori diretti e la  popolazione contro la realizzazione di questa porcilaia e nel 1991 manifestazioni e comizi a tutto spiano: il 2 maggio il Consiglio Comunale; il 12 maggio manifestazione e comizi di Lega Ambiente; il 15 giugno manifestazione di Lega Ambiente e coltivatori diretti con i trattori lungo il Corso Garibaldi; dibattito pubblico con i rappresentanti dei vari partiti politici; 20 agosto, vendita della porchetta di fronte a Palazzo Arranga pro porcilaia, sponsorizzata dall’Amministrazione Comunale. 
   Intanto il sindaco, accusato di abuso in atto d’ufficio per aver dato la concessione edilizia alla costruzione della porcilaia in zona agricola, fu assolto dal tribunale di Lucera con formula piena. Ma dopo 3 anni di fermo non fu chiesta nessuna proroga alla concessione edilizia, scaduta, dalla ditta Soc. Poggio Morato. Il tempo passava inesorabile e lo stesso Amadori, visto i malcontenti e le titubanze, preferì proporre la realizzazione della porcilaia a Melfi. E Serracapriola è rimasta senza porcilaia e senza l’associazione Lega Ambiente, scioltasi come neve al sole. Nel 2003-04 Amadori è tornato e senza incontrare difficoltà, ha dato con i suoi polli sostegno alle due aziende agricole Tiberi ad Ischia San Marzano Inferiore.  

Serracapriola, 8 giugno 2015