Bisogna dire che in base all'introduzione degli aiuti economici previsti dal Regolamento Comunitario 2078/92, a partire dall'anno 1996 si è avuta una diffusione in Puglia di aziende che hanno avviato la conversione dei terreni per le produzioni biologiche. Anche a Serracapriola è nata la coltura biologica, messa in atto, nella sua azienda di 30 ettari, in contrada Cesine, dal coltivatore Ennio Petti, che così racconta: "Quando coltivavo i miei terreni e usavo i concimi chimici, i pesticidi e i diserbanti, avvertivo un malessere fisico e morale. Pensavo alla grossa fatica di mio nonno, alleviata però, e ripagata il centuplo, da un integro ecosistema della sua campagna, colma di profumi e suoni. Io invece con i miei mezzi meccanici, che tuttora mi alleggeriscono il lavoro, quando spargevo sul terreno i prodotti chimici, dovevo inalare veleni, che mi procuravano allergie e altri disturbi. Feci questa riflessione: come mai noi che lavoriamo all'aria aperta e mangiamo i nostri prodotti ci ammaliamo a volte gravemente, mettendo a rischio anche la salute dei nostri figli?Capii che mentre in città ci si abitua all'inquinamento fIn dalla nascita, in campagna, i diserbanti, essendo arrivati in modo massiccio, tutti in una volta, e avendo trovato organismi indifesi, hanno provocato asme, artrosi, polmoniti, cancri, ecc. Cominciai cosi ad accarezzare l'idea di cambiare rotta. L'alternativa era la coltura biologica che mi doveva dare il prodotto naturale. Mi documentai, studiai il nuovo sistema e mi decisi a metterlo in atto. Contattai prima l'Associazione che avrebbe dovuto assistermi per ottenere i concimi organici, per fare i controlli e rilasciarmi i certificati di garanzia dei prodotti ottenuti con la nuova coltura; poi le cooperative che avrebbero dovuto acquistare i prodotti. Per tre anni sterilizzai i terreni per far espellere i residui chimici accumulati per tanto tempo. Finalmente nel 1998 ho ricevuto la certificazione delle colture biologiche: ortaggi (finocchi, cavolfiori, broccoletti, lattughe), cereali (grano, orzo), legumi (fave, lupini), olivi. Vendo i prodotti a varie cooperative di Lecce, di Bari che li esportano all'estero (Svizzera, Germania, Austria, Francia), dove c'è più richiesta. Sono pienamente soddisfatto di questa scelta, perché lavoro in un ecosistema accuratamente protetto, non ho nessuna perdita economica nella vendita dei prodotti, i quali, a differenza di quelli gonfiati con i concimi chimici, sono appariscenti perché crescono secondo natura, senza forzature dannose. Provare per credere." Così conclude l'unico bioagricoltore operante nel nostro paese. Ci preme puntualizzare che l'agricoltura biologica non è un semplicistico ritorno all'antico, nel senso di lasciare la natura a se stessa come una volta, ma utilizza tutto ciò che di buono ci riserva la scienza moderna, al fine di tener conto della salute delle persone, alleviare il lavoro dell'operatore, di rispettare l'ambiente e il patrimonio boschivo. Il disordine che creiamo in natura si ritorce su noi stessi. Dal 14 agosto 2002 il coltivatore Ennio Petti si è attrezzato per commercializzare i suoi legumi biologici (ceci, fagioli e fave) da lui stesso confezionati con il marchio "BIOEDEN" e li distribuisce nei vari negozi di Serracapriola, Termoli, S.Marco in Lamis, S.Giovanni Rotondo, S.Severo, Foggia e Lucera.
Serracapriola, 6 novembre 2002
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