Un aiuto in più per il nostro paese, quello che potrebbe arrivare dal nuovo vicario provinciale dei cappuccini
«Il Vicario Provinciale è eletto fra uno dei quattro definitori, che assieme al Ministro Provinciale, costituiscono il "governo" della Provincia Religiosa».. Finge di non intuire il senso della domanda "Che cosa significa essere Vicario Provinciale dei frati Cappuccini della Provincia religiosa Sant'Angelo-Padre Pio" frate Antonio Belpiede da Cerignola, da nove anni superiore del Convento padre Pio giovane in Serracapriola. Frate Antonio, è anche giurista civile e canonico, vice rappresentante legale dell'Ordine dei Cappuccini e professore di Diritto Canonico presso gli studi teologici di Campobasso e Bouar (Repubblica Centrafricana). E' assistente spirituale dell'OFSecolare di Puglia e Molise, predicatore in Nord America, giornalista, direttore de L'Amico del terziario e poeta. In questi giorni è uscito il suo libro Di vento, di fuoco, di sangue.
In questi anni a Serracapriola di frate Fuoco, come spesso si firma nei suoi articoli frate Antonio, il nostro convento realizzato nel 1536 (il più antico in Puglia), è stato restaurato ed è diventato un luogo di accoglienza per laici e centro di relazione internazionali.
Essere vicario nella Provincia religiosa Sant'Angelo-Padre Pio è un po' diverso che esserlo in una Provincia meno "nota" e frequentata...
«E' vero. La nostra è una Provincia religiosa "particolare": considerata con un ruolo diverso da altre Province... non fosse altro che per la gran massa di pellegrini che vi arrivano da ogni parte d'Italia e del mondo».
Pellegrini che, però, spesso fanno tappa solo a San Giovanni.
«Dobbiamo capire tutti, che la nostra provincia religiosa non è solo San Giovanni Rotondo, ma è composta da tanti altri centri e conventi, fra i quali un ruolo importante può averlo il Convento padre Pio giovane di Serracapriola».
Questo significa che continuerai a lavorare per il nostro convento e che, quindi, resterai a Serracapriola?
«Al momento non è ancora stato deciso il riassetto dell'organigramma dei frati all'interno della Provincia religiosa, non è possibile, dunque, dire se resterò a Serracapriola o meno. Si saprà a fine Luglio (anche se a me non dispiacerebbe... n.d.r). Certo, sia che resti a Serracapriola, o che vada altrove continuerò a lavorare per il "nostro "convento, anche se nel mio nuovo incarico mi dovrò occupare pure di altre realtà».
E' ipotizzabile, allora, un incremento del flusso turistico-religioso nel nostro paese?
«Serracapriola è un posto frugale, essenziale, ma col cuore aperto all'accoglienza del mondo intero. Al momento, non ci sono masse di persone che vi arrivano, anche se qualche pullman di pellegrini comincia a vedersi. Cresce, però, il numero di quanti arrivano da noi per ricercare la spiritualità di padre Pio non nella fruizione veloce delle grandi strutture o del grande santuario, ma nella condivisione per qualche giorno della mensa e delle preghiere coi frati. Diversi i pellegrini del nord Europa, che percorrendo a piedi la via Francigea passano per Serracapriola».
Quasi una sorta di "turismo spirituale" quindi?
«In un certo senso, si. Stiamo lavorando per una ulteriore valorizzazione di questa zona sacra. In questo collaboriamo con il comune, al quale abbiamo anche chiesto l'abbattimento del "muro della vergogna " e la creazione di una zona pedonale. E' importante che nella valorizzazione del territorio anche le amministrazioni di Serracapriola e Chieuti collaborino fra loro».
Se arriveranno più pellegrini, ci sarà anche bisogno di più frati?
«Non credo aumenteranno i frati a Serracapriola... anche perché non ce ne sono. Purtroppo!»
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