Dì S. Leucì
da
MEMORIE STORICHE CIVILI ED ECCLESIASTICHE DELLA CITTÀ E DIOCESI DI LARINO
di
Mons. Giovanni Andrea Tria
De luoghi distrutti in questo Tenimento di S. Agata - Mons. Giovanni Andrea Tria
11. Di questo Casale sì che si fa parola, come di un luogo della Diocesi di Larino, nelle tre Bolle del Cardinal
Lombardo, di
Lucio III..e d’
Innocenze IV. Era posto sopra un monticello ne’ confini della Terra di Serracapriola, dalla quale è distante forse due miglia, e viene a stare quasi in mezzo tra Serra, Chieu ti, e S. Agata, e cosi si osserva nella nostra Carta Topografica, e forse, anch’esso fu luogo di Cliternia. Possiamo credere d’aver dato il nome a questo Casale
S, Leuci, o
Leucio, perché in esso vi era la Chiesa innalzata sotto la sua invocazione. Quello Santo fu Alessandrino, e si nota col num.1. tra Vescovi, che si sanno della S. Chiesa di Brindisi, quantunque rispetto al tempo siano vari i pareri, non approvandosi quello di
Ughellio, il quale lo vuole sotto
Teodoro, o sotto
Commodo. La sua Vita è posta tra gl’Atti de’ Santi dal
Bollando nel tom.1. di Gennaio p.667. agl’11. di detto mese, come di un Confessore Pontefice, e cosi pure viene chiamato dal
Baronio, e
Michele Monacho nel Santuario Capuano gli dà l’onore di Martire, non già come morto ne’ tormenti, ma per averne sofferto molti, a cagione della nostra S. Fede , come si legge di altri morti in pace, a’ quali la Chiesa ha dato il nome di Martiri, per la stessa ragione. Ma sia come si voglia, il suo Corpo passato prima da Brindisi a Trani, ora si venera in Benevento, dove fu trasferito dalla pietà de’ Principi Longobardi, e buona parte ne fu portata al Monistero di Montevergine, e alcune porzioni delle sue Reliquie in quelle varie Traslazioni rimasero in Trani, e maggiormente in Brindisi, dove da que’ Popoli è tenuto in gran venerazione.
12. E tralasciando far parola di queste controversie, certa cosa è, che il nome di questo Santo fu tanto chiaro, e famoso appresso i Brindisini, Tranesi, e Beneventani, che in questi Paesi furono edificati più luoghi, e Terre, col nome di San Leuci, in particolare nel Principato Beneventano, sotto di cui erano posti anticamente i Conti, e Signori di Larino, come si è detto nel II.lib. e altrove. Abbiamo in altro Casale sotto questo nome di S. Leuci di pochi Abitatori nel confine del Territorio Larinese, di qua dal Fiume Biferno, e rispetto al Civile va col Contado di Larino, e nello spirituale colla Diocesi di Termoli; E in un Istrumento di apprezzo, e di accordo tra
Sigismondo Pignattelli, Tutore di
D. Pardo Pappacoda, Feudario della Città di Larino, fatto l’anno 1540. facendosi parola di questo Casale di S. Leuci, come appartenente a’ Signori di Larino, si dice esser distante da Larino miglia sei, e più , verso settentrione passando il Fiume Biferno, e che sia posto sulla sommità d’una collinetta, abitato da Nazione Albanese di fuochi 16. e 60. Anime, applicate alla cultura, avendo Territorj fertili in grano, orzo, legumi, e altro, producendo vini, e frutti bastanti per loro, e per smaltirne a con vicini. Ora per tutta la Provincia Ecclesiastlica Beneventana si celebra la Fesla e l’Officio di S. Leuci, a’ 6. Febbrajo, per ordine di
Benedetto XIII. con rescritto della Sagra Congregazione de’ Riti, dato a’ 12. Febbrajo 1729. e si vede notato nel Breviario de’ Santi proprj della Chiesa di Larino.
13. Nev Registri antichi delle Chiese Arcipretali della nostra Diocesi, parlandosi del nostro S. Leuci, si legge Arcipresbyter S.Leuci, e la sua Chiesa, e Casale si stima distrutto nel secolo XIII. e tempi appresso, per cagione delle tante disavventure, come si è detto di altre Terre del lido Adriatico, e si vedono ancora li vestigj delle sue fabbriche, e si conserva la memoria dell’Arcipretura nelle chiamate, che sogliono farsi per cagione specialmente de’Sinodi, come si è detto dell’Arciprete di Civita a mare, e di altri.
14. Quello Casale di S. Leuci fu di pertinenza del Vescovado di Civitate, e l’abbiamo nel Regjstro de’ Feudatarj sotto il Contado di Loritello, a tempo di
Guglielmo II. dato in stampa da
Carlo Borello, ove alla p. 40. si legge :
Episcopus Civitatis pro S. Leucio Militem unum, & dimidium, & eum augumento obtulit milite tres, & servientes quindecim : Distrutta poi questa Città, che prima si chiamava
Teano Apulo, come più volte si è detto, e suppresso il Vescovado fu unito a quello di S. Severo, con cui confina la Diocesi di Larino per mezzo del Fortore ; e successivamente dal medesimo Vescovo fu conceduto questo Casale in enfiteusi perpetuo a favore del Monistero di Tremiti, col peso dellvannuo canone di ducati di Regno quattrocento, da pagarsi in Napoli, la metà nel giorno della Nascita di S. Gio: Battista, e l’altra metà nel dì del Natale di N. S. Gesù Cristo, come dall’Istrumento fatto in Roma a’ 6. di Aprile dell’anno 1563. per’ mano di
Ludovico Lupi Notaro Apostolico, del quale Istrumento si ritrova perpetuo esecutore il Vescovo di Larino, in vigore d’un rescritto della S.Congregazione de’ Vescovi, e Regolari, che si conserva nell’Archivio Episcopale di Larino. E quantunque questo Feudo prima nobile, oggi rustico, e disabbitato stia per uso del Regio Demanio ; non si lascia con tuttocciò da’ Padri Tremitani di pagare il detto Canone di ducati quattrocento alla Mensa Vescovile di Civitate, e S.Severo, e non sappiamo come questo Feudo di S. Leuci passasse in dominio della S. Chiesa di S. Severo, né, come oggi si possegga dalla Regia Corte, come ci è stato riferito.